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Capitolo 12
Stadi di uscita
In questa categoria rientrano tutti quei circuiti aventi una funzione ben precisa: erogare potenza. Finora ci si è occupati
soltanto del problema di sviluppare grandi guadagni di tensione tralasciando tutta la tematica relativa all’erogazione di
grosse correnti, e quindi di potenza, argomento molto importante visto che gli stadi di uscita di un tipico amplificatore
operazionale dovranno fornire delle potenze dell’ordine delle centinaia di mW a carichi non più assimilabili a capacità
(cioè con elevato contenuto resistivo), ma al contrario, a delle piccole resistenze (da qualche decina di ohm a qualche
Kohm).
Allora si scoprono subito almeno due ragioni per cui le soluzioni circuitali finora studiate mal si presterebbero a
questo compito: in primo luogo accoppiando stadi “ad alto guadagno” con basse resistenze di carico si perderebbe il grande
guadagno di tensione che teoricamente si potrebbe ottenere, riducendo a qualche dB i tipici 30-40 dB che tipicamente tali
stadi avrebbero potuto fornire; d’altra parte, anche usando configurazioni elementari, non sarebbe possibile sviluppare
ampie tensioni sulle piccole resistenze suddette con le tipiche correnti di lavoro (con 50 µA su una resistenza di 1KΩ si
ottengono appena 50 mV) e quindi non si potrebbe ottenere potenza dato che la potenza media (in regime sinusoidale) è
pari a
L
O
O
O
R
V
I
V
P
2
ˆ
2
1
ˆ
ˆ
2
1
=
=
.
Ci si orienta pertanto verso altre soluzioni che possano garantire buone prestazioni ed elevata efficienza in queste
particolari condizioni di lavoro.
12.1 Caratteristiche degli stadi di uscita
Sulla base delle osservazioni fatte, le caratteristiche richieste ad uno stadio di uscita sono:
Capacità di fornire grandi correnti oltre ad ampie tensioni, quindi potenza.
Basso consumo di potenza che si traduce in alta efficienza di conversione
S
L
c
P
P
=
η
, intendendo con LP la potenza
utile al carico (L: Load) e con SP la potenza fornita dall