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impatto complessivo per inquinanti persistenti nell'ambiente e che entrano nella catena alimentare,
accumulandosi ed accrescendosi nella concentrazione n permetteranno di effettuare in futuro
nuove indagini epidemiologiche, in quanto sar sempre pi problematico il paragone tra popolazioni
esposte e non esposte (presupposto indispensabile per un'indagine epidemiologica).
Conviene a questo punto richiamare il mandato della legge che istitu in Italia il Servizio sanitario
nazionale (Ssn), per la prevenzione delle malattie.
La legge, n. 833 del 1978, assai avanzata anche sul versante internazionale, prevedeva la prevenzione
delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro e la promozione e la salvaguardia
della salubrit e dell'igiene dell'ambiente naturale di vita e di lavoro e prevedeva, prima della
cancellazione tramite un referendum "ambientalista" effettuato nel 1992, l'identificazione e
l'eliminazione delle cause degli inquinamenti dell'atmosfera, delle acque e del suolo, obiettivo questo
che il sistema "ambientale" si dimostrato completamente incapace di attuare. Nell'attivit di
prevenzione del Ssn inoltre prevista la profilassi degli eventi morbosi, attraverso l'adozione delle
misure idonee a prevenirne l'insorgenza (definizione che dava, e darebbe tuttora, alle strutture
pubbliche ampie possibilit di azione, che non si dovrebbe limitare ai soli controlli e "monitoraggi"
ambientali ed epidemiologici).
Questo mandato stato ignorato, se non tradito, quasi da tutti, a cominciare dalle strutture
sanitarie pubbliche ridefinite (dai liquidatori della prima Repubblica) con il termine ideologico di
aziende.
Il problema prima ancora culturale che politico. Basta riportare questa illuminante affermazione: i
quattro inceneritori nel Lazio inquinano meno di cinque automobili, e s'inala pi diossina a starsene
pochi minuti vicino a un barbecue o a fumarsi una sigaretta. Vorrei poter spiegare anche che la
diossina a piccole dosi fa bene: magari un'altra volta (32. Si