Roma 23-03-2021
COMUNICATO STAMPA
sulle forti criticità nel Piano Nazionale di Resilienza e Rilancio del governo Draghi
Sono passati diversi mesi dalla presentazione della seconda bozza del PNRR da parte del governo
Conte al parlamento in data 15 gennaio, un documento che era già connotato da un grave
squilibrio nella ripartizione interna tra i quattro capitoli della Missione “Rivoluzione verde e
transizione ecologica”. Il primo M2C1 era finanziato con 69,8 Miliardi sul totale di 196, ma di cui
solo il 10% pari a 7 Miliardi erano destinati alla “sostenibilità ambientale” in agricoltura ed alla
attuazione di politiche di “economia circolare”.
Dei 7 Miliardi veniva destinata all’“Economia circolare” una quota di appena 4,5 Miliardi - pari al
6,44% del budget – di fatto finanziando soltanto il “recupero di energia”, fase che non fa più parte
dell’economia circolare che prevede le sole fasi di prevenzione-riutilizzo-riciclaggio. In particolare
si prevedeva di utilizzare per il progetto impropriamente titolato “economia circolare” la quasi
totalità dei fondi (3,7 dei 4,5 Miliardi) destinati a sostenere esclusivamente la produzione di
combustibili come il “BIO-METANO”, derivato dalla depurazione del BIOGAS prodotto a sua volta
da scarti agricoli e dalla frazione organica dei rifiuti urbani, senza considerare che l’articolo 3 punto
15 bis, l’articolo 11 comma 2 e l’articolo 11 bis comma 5 della direttiva 851/2018/CE, della
direttiva 851/2018/CE, recepita dal parlamento con il D. Lgs. 116/2020, hanno introdotto il
“recupero di materia” ed escluso del tutto dagli obiettivi di riciclaggio dell’economia circolare
questo tipo di recupero di energia.
Con l’insediamento del governo Draghi pensavamo che tali evidenti squilibri fossero superati e che
nel comparto “Rivoluzione verde e transizione ecologica” venisse supportata la vera “economia
circolare” basata sul “recupero di materia” attraverso il riutilizz