MANIFESTO PER UNA VERTENZA REGIONALE NO PFAS
Noi del Movimento NO PFAS, ecologisti e cittadini del Veneto contestiamo il modo in cui
la Giunta regionale gestisce e ha gestito, fin dall’inizio, la contaminazione pfas.
Critichiamo in particolare:
1) Il ritardo con cui, solo nel 2013, fu individuato il disastro ambientale Miteni
2) Il mancato controllo e monitoraggio dei 10.000 pozzi presenti nell’area inquinata
3) I due anni di ritardo con cui gli abitanti della Zona Rossa furono informati della
contaminazione da PFAS
4) L’assenza di una delimitazione reale dell’area inquinata al fine di evitare la comparsa
di nuovi punti di pressione nell’ambito regionale
5) La mancata tutela dei fiumi
6) La mancata protezione della fascia di ricarica degli acquiferi, punto critico del sistema
idrogeologico del Veneto
7) L’assenza di una pianificazione per una progressiva bonifica del territorio
8) L’assenza di un piano per la protezione delle colture e di interventi in aiuto degli
agricoltori
9) L’assenza di un piano di protezione per gli addetti alle lavorazioni di materiali
contenenti PFAS
10) L’assenza di un piano generale per una irrigazione protetta dei campi, adeguato alla
situazione nonché all’avanzare della siccità determinata dal cambiamento climatico
11) I ritardi nella bonifica Miteni, non ancora iniziata
12) Le mancate direttive sulle emissioni gassose da parte di inceneritori e aziende che
trattano PFAS
13) I ritardi nella realizzazione degli acquedotti e nell’apposizione di filtri in alcune zone
dove l’acqua erogata, contrariamente a quanto afferma la Giunta nei suoi comunicati,
è tuttora inquinata da PFAS
14) La mancata prevenzione delle patologie correlate a PFAS
alla distanza di 10 anni dalla scoperta dell’inquinamento più grande d’Europa
a) L’assenza di una p