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Alla Cop26 di Glasgow, Cingolani ha confermato l’irrilevanza dell’Italia sul palcoscenico internazionale, lasciandola fuori da qualsiasi iniziativa di rilievo ed esponendosi al ridicolo quando il nostro Paese ha firmato al fotofinish il BOGA (Beyond Oil and Gas Alliance) solo “come Stato amico” che impegna le nazioni aderenti a non finanziare più alcuna attività esplorativa ed estrattiva al di fuori dei propri confini nazionali (…) dopo solo pochi giorni, Cingolani ha confermato l’ok dell’Italia al finanziamento delle trivellazioni nell’Artico, con la garanzia di Sace e Cassa Depositi e Prestiti, da 500 milioni di euro fino a un miliardo. (…) Cosa intende fare Cingolani sul gas e sul nucleare nella discussione in corso a livello europeo se classificarli come investimenti sostenibili o meno? La Commissione europea è in procinto di pubblicare un atto delegato della tassonomia Ue, ovvero quel provvedimento che mira a introdurre un’“etichetta di sostenibilità” che dovrebbe così orientare gli investimenti pubblici e privati. Possiamo sapere se Cingolani sarà il portavoce dell’industria fossile che vuole definire “verde” il gas? C’è forse un accordo sottobanco con la Francia, affinché entrino nucleare e gas nella tassonomia Ue, in modo che i nostri cugini d’oltralpe possano dirsi soddisfatti e continuare ad investire nel nucleare? E infatti, Cingolani, ogni volta che ne ha occasione sponsorizza il nucleare. (…) Nel Pnrr ha stanziato solo 780 milioni di euro per la qualità dell’aria nelle città, incurante degli studi, come quelli dell’agenzia europea per l’ambiente, secondo cui in Italia ogni anno oltre 50 mila persone muoiono a causa dello smog nelle maggiori città, determinando un costo economico e sociale di oltre 40 miliardi di euro all’anno. Le risorse economiche destinate all’elettrificazione delle auto e all’infrastruttura di ricarica sono irrisorie e allontanano ancora di più l’Italia dall’Europa. La Germania ha lanciato un piano che prevede un milione di ricariche elettriche e 15 milioni di auto elettriche entro il 2030. (…) Nel Pnrr destina solo 600 milioni di euro alla depurazione, nonostante l’Italia sia stata condannata dalla Corte di Giustizia per violazione della direttiva europea sulla qualità delle acque. Mostra un totale disinteresse verso la natura e la biodiversità, come attesta la sua recente apertura a possibili abbattimenti dei lupi, specie a rischio di estinzione e con un ruolo determinante