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Secondo un, updated 5/22/24, 5:03 PM

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Secondo un'inchiesta giornalistica internazionale, Bruxelles fornirebbe mezzi e risorse
alle autorità nordafricane che agirebbero con pratiche disumane per contenere le
migrazioni

Prelevati per strada in pieno giorno, scaraventati in un furgone e poi a bordo di autobus nella notte
portati in mezzo al deserto e lì abbandonati. Con i soldi e i mezzi forniti dall’Ue e dai suoi Stati
membri (Italia inclusa), consapevole di queste pratiche barbare da parte delle autorità di Tunisia, Marocco e
Mauritania. È un’accusa durissima quella lanciata da un’inchiesta condotta da un consorzio cui hanno
partecipato il sito di indagini giornalistiche IrpiMedia con Lighthouse Report insieme a grandi testate
internazionali (tra cui il Washington Post, Der Spiegel, Le Monde, El Pais, il canale pubblico tv
tedesco Ard). Il titolo la dice tutta: «Desert Dumps», «scaricamenti nel deserto». Un’indagine condotta
anche sul campo e intervistando una cinquantina di sopravvissuti.
Una cosa li accomuna: sono tutti neri. Presi per strada da agenti in borghese senza neppure la possibilità di
spiegarsi, tanto che ad incappare in questa procedura c’è persino un cittadino Usa afroamericano, Timothy
Hucks di 33 anni, insegnante d’inglese, fermato in pieno giorno a Rabat, dove risiede. Lui mostra la patente
di guida Usa, chiede di poter prendere il passaporto a casa, ma niente da fare. Lo scaraventano in una
prigione, chiedendogli se è un terrorista, con una quarantina di altri prigionieri, tutti neri, e poi portati in una
località nel deserto a 200 chilometri a sud di Rabat e lì abbandonato. O c’è il caso di una giovane donna della
Guinea, Bella, 27 anni, che aveva cercato di raggiungere le Canarie su un barcone, bloccata dalla guardia
costiera della Mauritania e scaricata poi al confine con il Mali, un Paese con forte presenza jihadista e di
miliziani russi Wagner. O ancora François, musicista di 38 anni del Camerun, intercettato in mare verso
l’Italia dalla guardia costiera tunisina a bordo di un barcone sovraffollato, riportato a terra e poi a bordo di un
pullman a sud, in mezzo al deserto al confine con l’Algeria, in preda alle allucinazioni per la mancanza
d’acqua.
Solo tre esempi ampiamente documentati con video di cellulari, tracciamenti satellitari, sopralluoghi sul
posto. I cronisti hanno inoltre potuto identificare che, ad esempio, alcuni mezzi utilizzati dalle autorità
tunisine per portare i migranti nel Sahara erano gli stessi forniti dall’Italia e dalla Germania.
A questo punto si rafforzano i pesanti interrogativi sulla cooperazione dell’Ue con questi tre Paesi
nordafricani nel tentativo di fermare i flussi verso l’Europa. Basti ricordare che l’EU Trust Fund finanzia
per un totale di circa 400 milioni di euro i tre Paesi in questione per la gestione della migrazione. Il che
vuol dire infrastrutture detentive, controllo delle frontiere, veicoli, addestramento delle guardie di frontiera e
costiere.

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https://www.avvenire.it/attualita/pagine/migranti-presi-e-scaricati-nel-deserto-l-ultima