Ma è davvero così

Ma è davvero così, updated 5/14/25, 12:08 PM

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Ma è davvero così? Il nucleare è davvero la soluzione dei problemi energetici italiani? Servire
approfondire. Il Governo, attraverso il PNIEC, aggiornato nel luglio 2024 , ipotizza per il 2050 una
quota di energia nucleare doppia rispetto a quella prevista dalla IEA su scala globale. Una scelta di
questa portata dovrebbe poggiare su basi tecniche solide e attendibili. Il PNIEC punta su reattori di
nuova generazione a fissione: gli SMR (Small Modular Reactor) e gli AMR (Advanced Modular
Reactor), entrambi progettati per essere più sicuri e flessibili delle centrali tradizionali. Nessuna di
queste tecnologie è disponibile e siamo ancora a livello di prototipi e progetti sulla carta.
Colpisce poi che l'intera giustificazione nel PNIEC sia basata su valutazioni esclusivamente
economiche. Si afferma testualmente che «un sistema elettrico interamente basato su fonti
rinnovabili, in particolare non programmabili, è possibile, ma non economicamente efficiente» e si
stima che lo scenario con nucleare permetterebbe di raggiungere l'obiettivo “Net Zero” con un
risparmio di circa 17 miliardi di euro. Ma nel Piano mancano del tutto approfondimenti su aspetti
cruciali come la maturità di queste tecnologie nucleari, la sicurezza degli impianti, la disponibilità
di combustibile e la gestione delle scorie radioattive.
Da tecnico (ingegnere nucleare), ritengo che le critiche non debbano rivolgersi alla scelta in sé di
esplorare l'opzione nucleare, quanto al metodo adottato dal governo. Il MASE dovrebbe spiegare
con quali dati afferma che lo scenario con il nucleare è economicamente più vantaggioso rispetto a
quello 100% rinnovabile. Questo è tanto più importante se si considera che alcune grandi aziende
americane e francesi hanno recentemente annunciato l'abbandono dei loro progetti sugli SMR a
causa degli alti costi e delle complessità riscontrate.
Vorremmo poter consultare gli studi, i dati e le valutazioni economiche che stanno dietro la scelta
nucleare. Purtroppo, gli studi non sono ancora stati messi a disposizione a distanza di più di nove
mesi dalla revisione del PNIEC. Prima di decidere se tornare al nucleare, è indispensabile avviare
un confronto aperto, basato su informazioni trasparenti e verificabili, coinvolgendo il mondo
scientifico in una revisione indipendente del piano. Solo dopo questa fase potremo valutare
davvero la fattibilità e le opportunità strategiche del nucleare, valutandone sicurezza, tempi e costi
reali.
Inoltre, non si capisce da un punto di vista tecnico come il nucleare, che per sua natura non è
modulante e che serve come energia di “baseload”, possa integrarsi con le rinnovabili che non
hanno un problema di quantità di generazione ma di modulazione. Fino a quando non saranno
disponibili sistemi di accumulo di media e di lunga durata, le rinnovabili hanno bisogno dei cicli
combinati e non di tipo nucleare. Scelte di tale portata, che impegneranno il Paese per i prossimi
decenni, non si possono

ma andranno a supportare da studi scientifici. Attendiamo fiduciosi che il MASE li metta a
disposizione.