Convergenze
di Paolo Cacciari
Sotto la cappa dell’orrido “distanziamento sociale” - che in tutto il mondo si chiama più
propriamente confinamento fisico - qualche cosa di promettente fiorisce. Frayday for
Future sta preparando il Climate Strike per il 9 ottobre per denunciare “l’interdipendenza
del sistema economico” e i danni che arreca sull’ambiente e sulla salute
(https://fridaysforfutureitalia.it/eventi/climate-strike-sciopero-per-il-clima). Nel secondo
Climate Meeting di Venezia è stato varato un Manifesto di intenti su dieci punti con l’idea
di creare uno “spazio politico comune” di elaborazione e di azione sulla giustizia climatica,
l’uscita dal fossile, l’equa redistribuzione della ricchezza sociale, il riconoscimento dei diritti
fondamentali (www.globalproject.info/it/in_movimento/nasce-rise-up-4-climate-justice/). Il
Forum sociale mondiale delle economie trasformative (https://transformadora.org/) sta
organizzando un mese di iniziative per avviare un processo di confluenza delle esperienze
e dei movimenti che praticano forme di economie alternative, locali, fuori dalla logica del
profitto e del mercato e capaci di rispondere alla crisi economica seguita alla pandemia da
Covid. Da qualche tempo le associazioni e i gruppi che sostengono l’idea di una
decrescita del sistema economico hanno elaborato un documento e proposto un “forum
delle convergenze comunitarie” (www.decrescita.it/verso-una-soggettivita-politica-plurale-
e-alternativa). La Rete dei beni comuni emergenti e degli usi civici
(www.facebook.com/retebenicomuniemergenti/) si è riunita nei giorni scorsi a Mondeggi,
“fattoria senza padroni”, stringendo un rapporto tra decine di realtà che stanno
concretamente restituendo alla funzione sociale immobili e proprietà in disuso. Da ultimo
un gruppo numerosissimo di associazioni e gruppi di iniziativa hanno proposto un
manifesto dal titolo: “Uscire dall’economia del profitto, costruire la società della cura”.
(www.liberacittadinanza.it/articoli/societa/manifesto-uscire-dallec