Per le forze ucraine, la situazione sul fronte del Donbass, è “molto brutta”. Parole non di
Vladimir Putin, ma del Ministro degli Esteri ucraino, e opinione, non solo di chi scrive, ma
anche di vari ufficiali dell'esercito ucraino. Mentre le diserzioni ucraine aumentano, le forze
russe avanzano, seppur lentamente, grazie ad un enorme potenziale d'artiglieria: l'avanzata
appare ormai così inesorabile da far apparire nello scontro per il Donbass la sconfitta
strategica di Kiev come una questione di tempo. Ciò non significa che la battaglia del
Donbass sia destinata ad esaurirsi nel giro di pochi giorni o di qualche settimana: significa,
però, che Kiev non ha praticamente alcuna possibilità di vincere. Il quadro lascia intendere
che i principali centri urbani della regione ancora sotto il controllo di Kiev verranno
accerchiati con una tattica lenta volta a ridurre al minimo le perdite militari e civili.
Complessivamente la guerra andrà avanti mesi, se non anni: del resto, Mosca non fa
mistero di non avere “alcuna fretta”. Dopo la conquista del Donbass, salvo cambi di
strategica da parte statunitense, o intese temporanee, è assai probabile che Mosca intenda
proseguire l'offensiva fino alla conquista dell'intera Ucraina ad est del Dnepr e dell'intera
regione di Odessa, congiungendo alla Transnistria i territori sotto il proprio controllo.
Pensare di potersi presentare al tavolo delle trattative rivendicando condizioni che potevano
essere plausibili - e auspicabili - prima che le armi prendessero il posto della politica
significherebbe per l'Ucraina, ma soprattutto per l'Europa occidentale, peggiorare
ulteriormente
la
propria
situazione,
già
non
nell'idillio.
E proseguire oltre la soglia della follia a servire chi a Washington, nonostante Harry
Kissinger, sogna una guerra eterna in Europa.
#ucraina #mondo #europa #guerra #russia
Commento di Maurizio Vezzosi pubblicato da La Fionda il 26 maggio 2022
Maurizio Vezzosi, analista e reporter freelance. Collabora con RSI Televisione Svizzera, L’Es