8 OTT 2019 —
Manlio Dinucci
Il caccia stealth F-35 si rende invisibile non solo ai radar ma anche alla politica: nei comunicati
degli incontri del segretario di stato Usa Mike Pompeo a Roma non ce n’è traccia. Il Corriere della
Sera rivela però che Pompeo ha richiesto all’Italia di pagare gli arretrati sui caccia acquistati e di
sbloccare l’ordine per un ulteriore acquisto, ricevendo da Conte l’assicurazione che «saremo fedeli
ai patti».
L’Italia ha acquistato finora 14 caccia F-35 dalla statunitense Lockheed Martin, 13 dei quali, già
consegnati, sono «completamente finanziati». Lo ha precisato al Senato il 3 giugno l’allora ministro
della Difesa Elisabetta Trenta (M5S), annunciando altri acquisti che porteranno il totale a 28 caccia
entro il 2022. L’Italia si è impegnata ad acquistarne 90, con una spesa prevista in circa 14 miliardi
di euro.
A tale spesa si aggiunge quella del continuo aggiornamento del software (l’insieme dei programmi
operativi) del caccia su cui la Lockheed Martin mantiene l’esclusiva: solo per quello dei velivoli
finora acquistati l’Italia deve già spendere circa mezzo miliardo di euro.
L’Italia non è solo acquirente ma fabbricante dell’F-35, quale partner di secondo livello. La
Leonardo (già Finmeccanica) – la maggiore industria militare italiana, di cui il Ministero
dell’economia e delle finanze è il principale azionista con una quota di circa il 30% – gestisce la
linea di assemblaggio e collaudo degli F-35 nello stabilimento Faco di Cameri (Piemonte), da cui
escono i caccia destinati all’Italia e all’Olanda.
La Leonardo produce anche le ali complete per aerei assemblati negli Usa, utilizzando materiali
prodotti negli stabilimenti di Foggia (Puglia), Nola (Campania) e Venegono (Lombardia). Il
governo USA ha selezionato lo stabilimento di Cameri come centro regionale europeo per la
manutenzione e l’aggiornamento della fusoliera.
L’occupazione alla Faco è di circa un migliaio, di cui molti precari, appena un sesto di quella
preventivata. Le spese per la realizzaz