Crisi del Movimento Pacifista.
Troveremo il tempo (e anche il modo) di riprendere la discussione sull’odierna crisi del Movimento
Pacifista. Iniziamo spulciano alcune dichiarazioni prima dell’invasione in Ucraina.
Dibattito aperto nel movimento pacifista: "Che fare di fronte al rischio di guerra in
Ucraina?"
Scrive Mao Valpiana (presidente del Movimento Nonviolento): "Un movimento
pacifista e nonviolento maturo non si fa dettare l’agenda politica dai titoli di
giornale, dalle analisi che alimentano lo scontro e l’allarme catastrofista, dai
muscoli mostrati come minaccia dagli apparati militari".
E' utile una mobilitazione contro la guerra adesso?
"È del tutto evidente - scrive Mao Valpiana - che un certo pacifismo che si
limitasse a sventolare bandiere arcobaleno, ad esporre cartelli, o – peggio – a
raccogliere firme o convocare marce periodiche, rituali, sempre uguali a se
stesse, sarebbe del tutto inadeguato".
E conclude: "Questo è il momento dei nervi saldi, della valorizzazione di ogni
segnale di de-escalation, della neutralità attiva, del negoziato: “Contro la guerra
di domani, disarmiamoci oggi”, questo lo slogan che teniamo come faro del
nostro lavoro di ieri, di oggi, di domani".
Il suo intervento sulla crisi militare in corso è sul sito di Azione
Nonviolenta https://www.azionenonviolenta.it/dallucraina-arrivano-rumori-di-
guerra-cosa-deve-fare-il-movimento-pacifista/
Posizione diversa quella di Enrico Peyretti, pacifista storico come Mao Valpiana,
che sottolinea l'urgenza di agire subito: "Sulla mia agenda è già scritto da ieri
sabato 5 febbraio alle 12. Sabato prossimo, anche da solo, alle ore 12 sarò
davanti al Municipio di Torino con il mio cartello per ripudiare la guerra". Non
dobbiamo assecondare l'idea, che i "pacifisti" dormivano e che si sono
svegliati oggi. A Torino, sulla questione Ucraina, abbiamo cominciato il 4
febbraio. Ma noi nonviolenti attivi e positivi (ben più che "pacifisti") dobbiamo
rivendicare la cultura e l'azione nonviolenta che da decenni