About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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1 n° 134 APRILE - MAGGIO 2024 bimestrale dell’Ecoistituto del Veneto Alex Langer, aderente al Forum Veneto Ambiente, Salute e Solidarietà redazione: viale Venezia, 7 - Mestre tel/fax 041.935.666 info@ecoistituto.veneto.it www.ecoistituto-italia.org Non si può uccidere un bambino o una bambina. Non si possono uccidere tanti bambini tutti i giorni. Non si possono uccidere i loro genitori, tutti i giorni. Non si possono violare tutte le leggi internazionali. Non si possono bombardare gli ospedali, i campi profughi, le chiese... Non si possono lasciare decine di migliaia di feriti e ammalati sen- za cure e medicinali. Non si può negare e minacciare l’esistenza di un popolo e dei suoi diritti inalienabili. Non si può fare un genocidio. Non si possono cacciare milioni di persone dalla propria terra. Non si può fare tutto questo e pretendere di avere ragione. Non si può fare tutto questo ed essere impuniti. Tutto questo è vietato non solo dalla morale ma dalla legge, dal diritto internazionale dei diritti umani. Tutto questo è disumano. Tutto questo sta succedendo ora. Tutto questo deve essere fermato. L’Italia deve dire basta! Cessate-il-fuoco! E lo deve dire ora. Insieme con Papa Francesco, l’Italia, il nostro Parlamento, le forze politiche, le nostre istituzioni, i nostri gover- nanti devono trovare il coraggio di dire basta e di chiedere l’im- mediato cessate-il-fuoco. Siamo già tutti coinvolti. Siamo già tutti corresponsabili. Il silenzio ci rende complici. La pace è possibile ed è nelle mani di tutti i governi che, come il nostro, hanno il dovere, la possibilità e i mezzi per intervenire. La pace è possibile se riconosciamo ai palestinesi la stessa di- gnità, gli stessi diritti e la stessa sicurezza che riconosciamo agli israeliani. L’Italia può fare molto per la pace. Ma deve cambiare: non può continuare ad astenersi o essere di parte. L’Italia deve assumere un ruolo attivo, propositivo e progettuale mettendosi dalla parte della legge, del diritto internazionale e dei diritti umani. L’Italia deve chiedere all’Onu l’immediato riconoscimento della Palestina come Stato membro delle Nazioni Unite e impegnarsi a fornire sostegno politico, operativo e finanziario all'attuazione del Piano “due Stati per due Popoli”. Il Parlamento italiano deve approvare una risoluzione che inclu- da i seguenti punti da sottoporre all’Unione Europea e all’Onu: 1. l'istituzione immediata della Palestina come 194° Stato mem- bro dell'Onu, con i confini del 4 giugno 1967, con capitale a Ge- rusalemme Est; 2. il rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani a Gaza e dei palestinesi arbitrariamente detenuti nelle prigioni israeliane; 3. il cessate il fuoco permanente di tutte le parti; 4. l’invio immediato di tutti gli aiuti umanitari indispensabili per salvare e curare la popolazione di Gaza; 5. il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza; 6. la costituzione e l’invio di una “forza di pace” dell’Onu in Palestina 7. la convocazione di una Conferenza Internazionale di Pace. L’Italia deve difendere i diritti umani, la legalità e il diritto inter- nazionale, deve battersi affinché prevalga la forza della legge sul- la legge della forza e deve agire nell’interesse superiore dei valori di umanità iscritti nella nostra Costituzione e nelle più importanti carte internazionali, della pace, dei diritti umani, della sicurezza internazionale nel mondo. L’Italia deve assumere un’iniziativa politica urgente e operare coerentemente affinché venga fatta propria innanzitutto dall’U- nione Europea. Per la realizzazione di questa politica, l’Italia può contare sul con- senso della stragrande maggioranza dei propri cittadini e sull’im- pegno fattivo di un’ampia rete di gruppi, associazioni, Enti Locali e Regioni, attiva da più di trent’anni, ricca di relazioni, competenze, progetti ed esperienze con entrambi i popoli. Per questo l’Italia deve agire come “sistema paese” con una strate- gia e un piano di lavoro integrati. La diplomazia dei popoli e delle città può arrivare dove i governi non arrivano e provare a costrui- re, dal basso, le condizioni di una pace che non può più attendere. Appello della Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace Coalizione AssisiPaceGiusta L’ITALIA DEVE DIRE BASTA! E RICONOSCERE LO STATO DI PALESTINA POSTE ITALIANE SpA Sped. in A. P., DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 c. 1, NE/VE. Dir. resp. Michele Boato. Editore: Ecoistituto del Veneto, Viale Venezia, 7 Mestre. N° ROC 21728 Stampa: Eurooffset, Martellago VE IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI VENEZIA PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI TERA e AQUA Bernardino Mason, di Pax Christi e Carlo Gia- comini, dell’Ecoistituto del Veneto stanno di- giunando dal 14 febbraio. Poi si è aggiunto Giovanni Leone dalla Sicilia e centinaia di persone che digiunano a staffetta, per uno o più giorni, in Veneto e in altre regioni. Per contatti e/o aderire anche per un solo giorno digiunoperlapacevenezia@gmail.com Bernardino 328.6338340 Carlo 380.7094431, presso la Parrocchia della Resurrezione a Marghera, via Palladio 2 e sabato e domeni- ca all’Ecoistituto, in viale Venezia 7, Mestre. L’APPELLO. CESSATE I FUOCHI Chiediamo al governo italiano che si attivi: 1. per fermare l’escalation di stragi in atto dal 7 ottobre, per il “cessate il fuoco”, di ogni fuoco di guerra in Gaza, Cisgiordania, continua a pg. 2 CESSATE OGNI FUOCO Digiuno per la pace, per dire basta alle stragi TERA e AQUA Aprile - Maggio 2024 2 NON RIDUCE L’INVASIONE TURISTICA, SERVE SOLO A FARE CASSA L’imbroglio del ticket d’accesso a Venezia La cosa incredibile dei giorni che prece- dono l’avvio del ticket d’accesso, non è un’amministrazione che cerca di capire come governare e contenere i flussi turi- stici, ma è un’amministrazione che cerca di capire quanto può guadagnare da que- sti flussi. È infatti interessante lo studio con cui l’amministrazione sta cercando di capire quanti turisti paganti entrerebbero al giorno: i turisti paganti sarebbero circa 26.000 persone al giorno, di cui 21.000 straniere e 5.000 italiane, pari ad un in- troito per le casse del Comune di 50 milio- ni di euro all’anno. Significa un flusso di 10 milioni di turisti paganti all’anno. E significa anche che in questo modo non c’è nessuna riduzione dei flussi, ma la volontà di far cassa incre- mentandoli. Questi 26.000 turisti paganti non fermano in alcun modo l’assalto del turista giorna- liero che a Pasqua e Pasquetta è stato fre- nato o fermato solo dalla pioggia. Quindi Smart Control Room e tassa d’ingresso, non servono in alcun modo e non sono usati per regolamentare i flussi. Anzi, sem- brano volerli incrementare, in modo da avere un utile sempre maggiore. Significativa è anche l’esenzione del ticket per le isole, perché questo significa un in- centivo maggiore ad andare a visitare le perle della laguna, che sono già sotto pres- sione e che registrano la necessità di corse suppletive che vengono attivate (e questo cozza contro i vari niet di Actv a linee o cor- se che possano aiutare i residenti). Ma le cose più gravi sono il pagamento di un biglietto per entrare in una "città-mus- eo" o "parco divertimenti" e costringere i residenti a esibire le proprie generalità per potere vivere nella propria città o do- ver denunciare le visite di amici e parenti di fuori regione o tante altre casistiche, an- che paradossali. Se Venezia si trova in queste condizioni è perché non sembra più capace di imma- ginare se stessa, se non come attrazione turistica, nel suo incessante spopolamen- to. Ma anche Mestre, da tempo, è sempre più a servizio del turismo, dormitorio per i turisti che di giorno affollano Venezia. Per dare risposte, politiche ma anche le- gali, su come comportarsi con l’arrivo del ticket, organizziamo l’ASSEMBLEA PUB- BLICA MARTEDÌ 23 APRILE alle 17.30 in Sala San Leonardo a Venezia - Strada Nova, promossa da Tutta la Città Insie- me!, Forum per Mestre e Venezia e Am- biente Bene Comune, a cui aderiscono il Comitato Nograndinavi, la Rete Solidale per la Casa e i tanti cittadini che chiedo- no chiarimenti di fronte ad un provvedi- mento che la città ha già bocciato. GIOVEDÌ 25 APRILE , festa di San Marco e della Liberazione (dal ticket) appunta- mento alle 10.30 in Piazzale Roma e cor- teo fino alla Stazione FS, con Assemblea per decidere le iniziative future. Libano e Israele da parte delle forze armate israeliane, di Hamas e di Hezbollah, e prima di tutto e con urgenza per fermare la carne- ficina prodotta ogni giorno dagli attacchi bellici agli insediamenti civili di Kan-hounis, Rafah e ogni altro centro abitato nella Striscia di Gaza, per la liberazione di tutti gli ostaggi e tutti i prigionieri civili detenuti senza processo; 2. per il ripristino immediato delle forniture di sopravvivenza come acqua, cibo, elettricità, presidi sanitari e comunicazioni alle popolazioni palestinesi attaccate e sotto assedio; 3. per il sostegno a tutte le forme di cooperazione di soccorso umanitario ai territorio colpiti dalla guerra, sostenendo e facilitan- do le realtà del terzo settore disposte ad intervenire; Chiediamo al Parlamento che si attivi: 4. per la tutela e il supporto degli operatori di pace e degli obiet- tori alla guerra, sia israeliani che palestinesi; 5. perché si avvii la preparazione e la costituzione dei corpi civili di pace in grado di intervenire nei teatri di guerra; Chiediamo alle organizzazioni/associazioni impegnate per la Pace di impegnarsi: 6. per promuovere iniziative di contatto, tavoli di dialogo e di confron- to con e tra le popolazioni e organizzazioni civili delle parti in causa; PERCHÉ ABBIAMO SCELTO DI DIGIUNARE: • per mettere a disposizione, nella nostra semplicità, la nostra in- tera persona nella sua integralità anche fisica, sperimentando che non siamo impotenti; • per sentirci vicini a tutte le vittime, anche indirette, in questa ed altre guerre; • perché è l’unico strumento che possediamo per agire un gesto forte che, di fronte a questa condizione drammatica, ci stimoli con reciprocità a riflettere, a farci domande, a cercare la verità, cer- cando di controbilanciare la eccessiva informazione squilibrata; • perché cosi concentriamo tutte le nostre energie per perseguire la PACE; • perché per la nostra fede in Gesù e per tutte le fedi religiose, sia- mo tutte e tutti sorelle e fratelli, figli dell'unico Padre, e per tutte le fedi il digiuno è il modo più profondo e coinvolgente di alzare la propria preghiera per la PACE su tutta la terra; • per catalizzare l’opinione pubblica su questa tragedia; • come atto pubblico e politico di denuncia delle tragedie e delle • ingiustizie prodotte da ogni guerra e di impegno e appello per la concreta solidarietà a coloro che ne sono colpiti. La terza azienda di abbigliamento sportivo nel mondo, tedesca, non sponsorizza più le maglie della nazionale di calcio israeliana. La scel- ta, fatta nel corso di un massacro senza precedenti, ha un enorme significato, dopo che, dal 2018, è in corso una campagna nonviolen- ta contro le aziende e i marchi che sostengono finanziariamente e con la propria immagine l’apartheid contro i Palestinesi. Si ringraziano le centinaia di gruppi di base, atleti e squadre di tut- to il mondo che hanno sostenuto l’appello di 215 squadre palesti- nesi a boicottare Puma. “Questa vittoria del boicottaggio è agrodolce, perché continua la pulizia etnica dei palestinesi da parte di Israele. Ma ci dà speranza e coraggio di continuare le iniziative contro il genocidio e l’apartheid finché tutti i palestinesi non potranno vivere in libertà, giustizia e uguaglianza”, affermano dal movimento internazionale. IL BOICOTTAGGIO FUNZIONA PUMA NON È PIÙ SPONSOR DI ISRAELE DIGIUNO PER LA PACE - da pg. 1 TERA e AQUA Aprile - Maggio 2024 3 CONSUMO DI SUOLO A proposito del fotovoltaico a terra Salviamo il Paesaggio - Mogliano Veneto e Comitato difesa ex cave di Marocco Siamo a favore delle rinnovabili, ma non vuol dire che possano essere posizionate ovunque e comunque. All’agri-fotovoltai- co si può, valutandolo caso per caso, non essere pregiudizialmente contrari. Riportiamo la posizione dell’agenzia sta- tale ISPRA in merito agli impianti fotovol- taici a terra, su suolo non già utilizzato/ consumato, quindi libero o a destinazione agricola. Ecco alcuni stralci di quanto ri- sponde a diverse associazioni. Con questa lettera ufficiale, vogliamo evi- denziare agli amministratori pubblici, (so- prattutto statali e regionali) dati molto im- portanti per valutare attentamente ogni richiesta di nuovi impianti a terra. “Le attività di monitoraggio nazionale e il report annuale “Consumo di suolo, di- namiche territoriali e servizi ecosistemici” sono in linea con quanto previsto a livello comunitario e riconoscono la differenza tra le diverse tipologie di consumo di suo- lo e, quindi, ad esempio, tra quello dovuto al fotovoltaico a terra e quello dovuto a nuove costruzioni. Nel monitoraggio si distinguono poi il con- sumo di suolo dall’impermeabilizzazione, dal degrado e dalla desertificazione: il con- sumo di suolo permanente (dovuto a una copertura artificiale permanente, per es. il cemento) è distinto dal consumo di suolo reversibile (dovuto a una copertura artifi- ciale reversibile). Gli impianti fotovoltaici a terra appartengono a quest’ultima ca- tegoria e sono, quindi, considerati diversa- mente dal suolo utilizzato per la realizza- zione di edifici, infrastrutture e altre aree impermeabilizzate. I due obiettivi, la tutela del suolo e la spin- ta alle rinnovabili, non sono necessaria- mente in conflitto ed è preferibile privile- giare le installazioni su edifici esistenti, infrastrutture, parcheggi e altre aree già consumate. Per limitare al massimo l’impatto paesisti- co e la perdita di aree agricole, molti dei circa 35.000 ettari ulteriori previsti per il fotovoltaico a terra (stima ISPRA e GSE al 2030) potrebbero essere realizzati su quel 7,14% del territorio nazionale dove il suo- lo è già occupato (2,15 milioni di ettari). Buona parte dei tetti degli edifici esisten- ti, gli ampi piazzali associati a parcheg- gi o ad aree produttive e commerciali, le aree dismesse o i siti contaminati sono esempi evidenti di come si potrebbe conci- liare la produzione di energia da fonti rin- novabili con la tutela del suolo, dei servizi eco-sistemici e del paesaggio. Considerando solo i tetti degli edifici al di fuori delle aree urbane centrali e di tutti i centri abitati minori (circa 385.000 etta- ri in Italia), si stima che quelli dove è po- tenzialmente possibile installare pannelli siano compresi tra i 75.000 e i 100.000 ettari, escludendo le aree non utilizzabili e assicurando le distanze per la manuten- zione (applicando la metodologia del Cen- tro comune di ricerca della Commissione Europea). A questa superficie si potrebbe aggiungere una parte di aree di parcheg- gio, piazzali e altre superfici pavimentate (65.000 ettari), di infrastrutture (600.000 ettari), di siti contaminati (150.000 ettari, considerando solo quelli di interesse nazio- nale), di aree dismesse o altre aree imper- meabilizzate, senza aumentare il consumo di suolo. La possibilità di far convivere sullo stesso suolo un doppio uso produttivo, agricolo ed energetico, attraverso l’installazione di impianti agri-voltaici sostenibili, è una strada che si sta facendo sempre più spa- zio ma che dovrà essere valutata meglio sulla base di dati effettivi”. SISTEMI ANTIMISSILE RAFFORZATI INTORNO ALLA BASE Putin: «F16 una minaccia». Aviano blindata di Dario Bortolin Alla base aerea di Aviano sono ricompar- se le pattuglie di ronda. Le dichiarazioni del presidente russo Pu- tin «Colpiremo gli F-16 ovunque si trovi- no» hanno riproposto vecchi interrogati- vi sulle capacità difensive in caso di attac- co alla base di Aviano, dal 1955 utilizzata dagli americani e dal 1994 sede di due gruppi statunitensi dotati di cacciabom- bardieri F-16. Dopo l'attentato al teatro moscovita Crocus City Hall, si sono incre- mentate le misure di sicurezza. Anche il governatore del Friuli V.G. pre- dica prudenza: «Io parlerei con cautela delle parole di Putin, che mi sembrano strumentali per una tensione ma non per azioni effettive. Se succedesse, si scate- nerebbe la terza guerra mondiale». LE DIFESE ANTI-MISSILE Strutture strategiche come Aviano di- spongono di difese da attacchi aerei e missilistici, basate su intercettazioni a lungo, medio e corto raggio contro at- tacchi aerei. Spetterebbe ai jet italiani garantire la difesa dei nostri cieli, eventualmente integrati dagli F-16 Usa, finiti nel mirino di Putin. Contro attacchi missilistici, sul territorio ci sono batterie mobili antimis- sile gestite in ambito Nato velocemente spostabili. Due anni fa il comandante del 31° Fi- ghter wing, gen. Bailey, col comandante italiano dell'aeroporto, col. Schiattoni, affermò: «Le comunità locali possono ri- tenersi assolutamente al sicuro, perché il vertice dei Paesi Nato ha deciso di raffor- zare i sistemi di protezione aerea anche in Italia, e abbiamo risorse da usare in tutto il territorio della Nato». Il riferimento era all'arrivo in Italia, dalla Germania, di una batteria per la difesa aerea a corto raggio con una settantina di militari. Difficilmente un jet prove- niente da Est riuscirebbe a penetrare i si- stemi di localizzazione Nato senza essere intercettato. Stessa cosa vale per i missi- li. Quelli dotati di testate termonucleari sono solitamente individuati (via satelli- te) in fase di lancio. Il resto, almeno per ora, sono parole. Nuova Venezia ARENA DI PACE 2024 Sabato 18 Maggio ore 9-13 PAPA FRANCESCO INCONTRA I MOVIMENTI ALL’ARENA DI VERONA info 328 6338340 TERA e AQUA Aprile - Maggio 2024 4 di Laura Berlinghieri Vecchi capannoni industriali, ex officine, grandi complessi dismessi da anni: un patrimonio edilizio che la Confartigianato stima essere di 9.200 nel Veneto, per 18 milioni di mq. Un patrimonio che potreb- be creare una produzione da 7,5 miliardi di euro, invece rimane ai margini: chiuso, fatiscente, inutilizzato, degradato. A distanza di 6 anni, Confartigianato Ve- neto realizza una nuova mappatura degli edifici inutilizzati: rispetto al primo stu- dio, gli edifici abbandonati sono passati da 10.600 a 9.200. Ma è un quadro che rischia di essere statico, visto che il 41% degli edifici e il 30% delle superfici sono medio-piccole e si trova fuori dalle aree produttive. Per cui la loro riconversione è complicata. Sono 18 i Comuni mappati e usati come campione; dei 9.200 edifici dismessi, 1 su 5 andrebbe demolito e il 14% risulta in- compiuto, nella seconda Regione per con- sumo del suolo, con una superficie edifica- ta all'11,9%, inferiore solo alla Lombardia. In Veneto, la superficie consumata è di 218.230 ettari. Ci sono Comuni quasi senza spazi ver- di, come Schio, cementificato per il 40%. Negli ultimi 10 anni, le nuove "colate di cemento" sono per il 44% per edifici in- dustriali, per il 37% per la grande distribu- zione e per il 19% per l'e-commerce. Una corsa senza sosta: il 17,2% della superficie consumata è superficie produttiva, con 936 nuove unità produttive ogni anno. Aumen- tano pure le compravendite di immobili, mentre diminuisce il loro valore. LE RICONVERSIONI NON BASTANO Il recupero di 3,5 milioni di mc di capanno- ni dismessi, rispetto al 2016, è una buona notizia, ma è il patrimonio di grandi di- mensioni, capannoni industriali collocati in aree ad alta connessione stradale. Dei rimanenti, solo il 21% è in vendita o affitto; il 77% sono capannoni. Se questo enorme patrimonio venisse usato, il beneficio economico sarebbe di 7,5 miliardi di euro: 3,4 miliardi per la ricostruzio- ne delle strutture non produttive, 910 milioni per la riconversione, 796 milioni per il riuti- lizzo a fini produtti- vi, 682 milioni per l’efficientamento. A cui andrebbero aggiunti i benefici sociali, dalla ricon- versione di luoghi degradati: queste strutture potrebbero es- sere utilizzate per fini sociali e servizi per la comunità. Però prima dev’esserci un investimento, per salvarli dall'abbandono: il 24% del pa- trimonio produttivo inutilizzato potrebbe essere reimmesso sul mercato conservan- do la stessa funzione che aveva; si potreb- be fare in breve tempo, senza necessità di politiche e iniziative specifiche. Mentre 5,7 milioni di mq, il 31% dell'inu- tilizzato, avrebbe bisogno di demolizioni: un milione di mq potrebbe essere avviato a politiche di rinaturazione delle aree; 2,6 potrebbero essere oggetto di politiche di rigenerazione urbana, trovandosi in ambiti centrali urbani; 2,1, in aree produttive, po- trebbero essere demoliti e ricostruiti; e i rimanenti 9,1 rifunzionalizzati. Nuova Venezia FAMELICI E SPIETATI GLI “GNOMI” ALL’ASSALTO DELLA MONTAGNA di PerAltreStrade Dopo aver distrutto e depredato la pianura, gli “gnomi” hanno ri- volto il loro sguardo alla montagna, che, a causa delle difficoltà di colonizzazione, è rimasta, nelle parti più recondite, in gran parte intoccata. Così, complice l’opprimente aumento della temperatura nelle ter- re basse, le terre alte stanno diventando un obiettivo desidera- bile. Si tratta di un vero e proprio assalto che non lascia spazio né all’ambiente né agli indigeni che sono stati finora i custodi del loro territorio. Alcuni soggetti particolarmente avidi stanno realizzando una lun- ga serie di interventi che trasformeranno la montagna, da luogo di tranquillità e rilassamento, in un grandioso luna park. Il loro potere è enorme, possono modificare per i loro scopi addi- rittura le leggi nazionali che vietano ogni costruzione oltre i 1600 metri e si insinuano nei meccanismi di urbanistica. Ecco le novità che trasformeranno la montagna in un gigantesco business: - impianti sciistici di collegamento inter-vallivi con arroccamento fino alle quote dei valichi alpini - villaggi turistici in luoghi appartati con decine di strutture ricettive possibilmente su antiche torbiere da trasformare in laghetti montani - manipolazione dei piani d’area con ampliamenti di modeste strutture turistiche esistenti in grandi resort per turisti danarosi - case sugli alberi per offrire nuove esperienze a turisti desiderosi di tornare in pianura con racconti mirabolanti - case di vetro fra le rupi, oltre i 1600 metri, in deroga a tutte le norme - ampliamenti di volume fino al doppio dell’esistente col moltipli- carsi di unità abitative, contrastando lo spopolamento della mon- tagna, che di abitazioni sfitte ne genera a centinaia - apertura delle strade forestali ai cacciatori, che potranno avvici- narsi con minor fatica alla fauna selvatica - facilitazioni nel taglio dei boschi di protezione, forse per permet- tere migliori vedute sui monti circostanti; come proposto a Corti- na per abbattere i larici nell’area della pista da bob - famigerata finanza di progetto, detta anche partenariato pubbli- co-privato, per incentivare esercizi commerciali, residenze, par- cheggi, strade, piscine per accrescere il turismo. Abbiamo sottostimato, fino ad oggi, la potenza dei cosiddetti fondi di investimento delle società estere, di chi non ha a cuore il territo- rio e il benessere dei residenti e degli ospiti, ma solo rendite elevate per i loro investimenti. Saprà la montagna reagire all’assalto di que- sti gnomi” famelici? Il Cadore COSÌ SI SPRECANO 7,5 MILIARDI In Veneto 9.200 capannoni inutilizzati TERA e AQUA Aprile - Maggio 2024 5 CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO DELL’ENI Stop vel-ENI dell’inceneritore dei fanghi Coordinamento No Inceneritore Fusina ENI CI AVVELENA A Porto Marghera ENI ha inquinato impune- mente il nostro territorio per decenni. Ora vuole rincarare la sua dose di veleni con un maxi-inceneritore per fanghi contaminati. Il vero volto di ENI non è quello “green” della pubblicità, ma questo! Qui come in altri luo- ghi vicini e lontani, dalla Basilicata all’Africa, ENI si è resa protagonista di vere devastazioni ambientali, senza dimenticare che è una del- le multinazionali “fossili” maggiormente re- sponsabile del cambiamento climatico. ENI è potente ma non invincibile, bloccala insieme a noi: – non rifornirti più ai distributori ENI – se acquisti luce e gas da ENI Plenitude cambia subito (a costo 0), scegli fornito- ri che producono energia elettrica 100% rinnovabile e etica (come ad esempio Cooperativa E’nostra) o che almeno com- pensano le emissioni causate dal gas ero- gato, come Dolomiti Energia. UN NUOVO IMPIANTO NOCIVO A PORTO MARGHERA Non bastava quello di Veritas, ora un altro ma- xi-inceneritore per bruciare 190.000 ton/anno di fanghi inquinati dei depuratori del Veneto, a due passi da Malcontenta, Marghera, Mira e dalla Laguna. La proposta è di ENI Rewind (so- cietà “green” di ENI) che punta a un giro d’affari da oltre 32 milioni/anno... sulla nostra “pelle”. CHI TACE ACCONSENTE La Regione Veneto sta valutando il progetto, e potrebbe approvarlo già a fine marzo. Ma nessuno ne parla! Il Presidente Zaia, tace, così come tacciono i Sindaci di Venezia e di Mira Brugnaro e Dori, e gli altri enti coinvolti. Sono tutti favorevoli ma nessuno ha il corag- gio di metterci la faccia e di dire la verità sui rischi per la salute e per l’ambiente. PERCHÉ NO. LE ALTERNATIVE Gli inceneritori sono il problema non la so- luzione: anche quelli più moderni emettono enormi quantità di gas velenosi, acque inqui- nate, e scorie tossiche. Bruciare fanghi è ancora più pericoloso che bruciare rifiuti. I depuratori civili trattano non solo gli scarichi delle abitazioni, ma an- che i reflui industriali. Per questo motivo i fanghi che producono sono contaminati da sostanze nocive come diossine, PCB, idrocarburi, metalli e soprat- tutto PFAS. Per ora l’unico modo sicuro per gestire questi rifiuti è quello di inertizzarli e stoccarli in siti controllati. Bisogna poi agire per ridurre l’inquinamento alla fonte e met- tere al bando i PFAS. PERICOLO PFAS Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono oltre 10.000 composti chimici nocivi e quasi “indistruttibili”. Una volta dispersi nell’am- biente si accumulano, avvelenando piante e animali. Nell’uomo possono provocare malattie gravi e tumori. A livello scientifico è ormai noto che bruciare PFAS è estrema- mente pericoloso perché molte di queste sostanze non si degradano nemmeno ad altissima temperatura, e, come le diossine, fuoriescono dai camini degli inceneritori. L’inquinamento da PFAS è un problema gra- vissimo. In Veneto centinaia di migliaia di persone sono state contaminate dopo che la MITENI di Trissino (di cui era socia proprio ENI) ha sversato per anni grandi quantità di PFAS in falda. PATTUMIERA DEL VENETO Porto Marghera e il territorio metropolitano sono uno dei posti più inquinati al mondo. Le popolazioni di Malcontenta, Marghera, Me- stre, della Riviera del Brenta e del Miranese sono esposte da troppo tempo a livelli di in- quinamento intollerabili. In queste zone ci si ammala e si muore di più rispetto alla media italiana, lo dice l’Istituto Superiore di Sanità. Le bonifiche rimangono un miraggio, ma in- tanto continuiamo a subire i veleni di indu- strie pericolose, discariche, centrali termo- elettriche, impianti petroliferi, Grandi Navi, aerei, autostrade e cemento. Se passa il progetto di ENI Rewind e non fer- miamo Veritas avremo anche due inceneri- tori con 5 forni, più altri 4 a Padova. FIRMA E ADERISCI ALLA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO CONTRO ENI SABATO 1 GIUGNO ALLE 15.30, DALLA STAZIONE FS DI MESTRE TORNIAMO IN PIAZZA PER... 1. Ribadire che la tutela della salute e dell’ambiente costituiscono un diritto Costituzionale fondamentale, e che questo diritto viene prima dei profitti degli speculatori di turno; 1. Ottenere il rigetto, da parte della Regione Veneto, dei Comuni di Venezia e di Mira, e di tutti gli altri Enti coinvolti, del progetto di nuovo inceneritore di fanghi proposto da ENI Rewind, e il blocco definitivo dell’implementazione dell’inceneritore da Eco+Eco srl (Veritas e gruppo FINAM); 2. Chiedere alla regione Veneto la messa al bando dei PFAS; 3. Chiedere agli Enti competenti l’applicazione fattiva del principio di precauzione in tutte le decisioni che prevedono nuove opere e nuovi impianti industriali, in particolare per quanto riguarda la gestione del problema PFAS, vietando dunque l'incenerimento di rifiuti che contengono PFAS; 4. Chiedere a Dipartimento di Prevenzione, ULSS e ARPAV l’implementazione dei monitoraggi ambientali e dei biomonitoraggi in tutto il territorio metropolitano, contemplando nel set di ricerca anche i PFAS, e garantendo trasparenza nella pubblicazione dei dati; 5. Chiedere l’accesso pubblico al registro tumori; 6. Chiedere alla Regione Veneto, al Comune di Venezia e ai Comuni del bacino lagunare l’apertura di un tavolo di confronto che coinvolga a pieno titolo anche i comitati e le associazioni del territorio per discutere sulle prospettive ambientali, sanitarie e di sviluppo di Porto Marghera e del territorio metropolitano che metta al centro del dibattito la riconversione ecologica delle produzioni la tutela della salute, del reddito, dei diritti dei cittadini e dei lavoratori. Coordinamento No inceneritore Fusina, Opzione Zero, Medicina Democratica, Ambiente Bene Comune, Ecoistituto del Veneto TERA e AQUA Aprile - Maggio 2024 6 DALLE RISORGIVE DEL VENETO ORIENTALE Comitati in marcia per difendere i fiumi di Maurizio Bongioanni* Domenica 22.10.2023 si è svolta la Marcia in difesa dei fiumi Zero e Dese, che sfocia- no assieme in Laguna di Venezia. Entrambi fiumi di risorgiva che nascono da fonta- nazzi della pianura trevigiana, come il Sile, che a Portegrandi è deviato, attraverso il Taglio (1683), nel vecchio corso della Piave. La marcia, guidata da Salviamo il Pae- saggio di Mogliano Veneto e molte altre associazioni, punta a stipulare nel 2024 una Carta del Dese e dello Zero che impe- gni i 9 Comuni percorsi a diventare parte attiva nella difesa dei due fiumi che, vitti- me di sversamenti inquinanti quasi sem- pre impuniti, subiscono danni ambientali che ne impoveriscono la qualità delle ac- que e ne riducono la biodiversità di anima- li e piante. LA CARTA VUOLE RAGGIUNGERE QUESTI OBIETTIVI: informare la popolazione sui corridoi ecologici di biodiversità che possono es- sere garantiti da questi due fiumi; verificare le aziende, agricole e no, a ri- dosso dei due corsi d’acqua, per quanto riguarda il trattamento dei residui delle loro attività; vigilanza gestita insieme dai 9 Comuni, oppure con incarico a ARPAV, con valu- tazione periodica dello stato degli inqui- nanti rilevati per predisporre interventi correttivi e verifica delle centraline di rilevamento; collaborazioni tra Università e studenti e cittadini per una citizens science un telefono di pronto intervento, in caso di comportamenti illeciti o inquina- menti in atto; potenziamento della corretta gestione manutentiva sulla rete idrografica, da parte del Consorzio Acque Risorgive. Due gravi episodi di inquinamento sullo Zero che si sono verificati in estate 2023, di sera e senza possibilità di pronto interven- to, con tonnellate di pesci morti. “Questa situazione non può più riguardare solo ARPAV, Sindaci (che dovrebbero essere cu- stodi della salute pubblica), Consorzio di bonifica e tecnici vari. La questione riguar- da tutti noi cittadini”, spiega Paolo Favaro di Salviamo il Paesaggio. Lo Zero e il Dese sono affiancati da azien- de agricole e zootecniche: un problema, quindi, potrebbero essere i pesticidi usati in agricoltura, soprattutto insetticidi ed er- bicidi. In Italia, dove si monitorano le ac- que superficiali il 55% dei punti segnala- no la presenza di pesticidi, anche se sotto il limite di soglia, che si riduce al 23% di quelle sotterranee. “Dobbiamo tutti tentar di recuperare con azioni che costringano i nostri amministra- tori e i consorzi di bonifica a darsi da fare, nei limiti delle loro competenze“, conclude Favaro. “I Sindaci non sono presenti a Bru- xelles quando si parla di proroga per l’uso del glifosato, ora ri-approvato dall’UE”. Ma alla marcia i Sindaci hanno cammina- to in testa al corteo. Un segno di speranza che le cose potrebbero cambiare. *Salviamoilpaesaggio Le Associazioni ambientaliste venete (Acque Risorgive di Resana, Ecoistituto del Vene- to, Italia Nostra di Treviso, Salviamo il Paesaggio Castellana e Asolano, Legambiente di Treviso e Piavenire, IAMS, Comitato Acque risorgive di Bressanvido, StoriAmestre, Bate- mo el troso, Intesa, Paesaggi di Risorgiva) ritengono di grande importanza il ripristino delle sorgenti del fiume Dese, uno dei magnifici fiumi di risorgiva che percorrono la bassa pianura veneta, sfociando in Laguna o in Adriatico, come il Bacchiglione, il Marze- nego, lo Zero, il Draganziolo, il Sile e la Livenza. Le sue sorgenti si trovano in comune di Resana (TV), nel bacino di risorgive più grande d’Europa. A cominciare dagli anni 70, le sorgenti, assieme all’attigua antica strada del Musonel- lo, sono state interrate per oltre 500 m. da privati in assenza di alcun divieto da parte dell’amministrazione Comunale; poi nel 1994 interrate per altri 500 m. da privati e tom- bate per altri 350 m. dal Consorzio Brentella Piave, col vanto di “coprire una fogna”; con il tacito consenso del Comune. Inutili le ripetute denunce, negli anni 70, del compianto maestro Dal Bon-Bibi (a cui nel 2015 sono state dedicate le sorgenti) e, dal 2010 in poi, delle Associazioni Cason de Pometo e Acque Risorgive di Resana, accompagnate da precise proposte di riqualifica- zione ambientale dell’area e di promozione turistica delle sorgenti del Dese. Inutili ben 4 delibere del Consiglio Comunale del 2015-17, disattese da chi doveva ap- plicarle; inutili 700 firme raccolte in 4 anni e depositate in Comune nel 2019 per il ripri- stino delle sorgenti del Dese e il ristabilimento della legalità ambientale. Il Dese attraversa 7 comuni e sfocia in laguna nord, di fronte all’isola di Torcello. Le sue sorgenti devono tornare alla luce. LA PESTE PFAS. 3M, DUPONT E MITENI... ...SAPEVANO DI INQUINARE Nella testimonianza del geologo Andrea Sottani al processo di Vicenza, emerge che Miteni già dal ’98 era al corrente dell’esi- stenza dei Pfas in concentrazioni molto alte nella falda acquifera sottostante lo stabilimento: una rete di 60 pozzi, sia pubblici che privati, nelle cui acque campionate venivano individuati picchi di oltre 150 mg per litro, con un trend in aumento dal 2003. Una consapevolezza dolosa della gravità della situazione fu ribadita nel report conclusivo del progetto “Giada”, entrato nella disponi- bilità dei vertici di Miteni nel 2010. Inoltre, secondo uno studio pubblicato in giugno 2023 nella rivi- sta scientifica statunitense Annals of Global Health, le aziende DuPont e 3M conoscevano i rischi legati ai Pfas già dagli anni 70, ma si sono opposte a qualsiasi restrizione e, come l’industria del tabacco, hanno orchestrato dubbi sulle ricerche che denunciava- no la tossicità dei Pfas, prodotti a partire dagli anni 40, tossici che si accumulano nell’ambiente e nella catena alimentare. Lo studio è basato su documenti depositati presso la UCSF Chemical Indu- stry Documents Library. DOMENICA 12 MAGGIO, A RESANA PER IL RIPRISTINO DELLE SORGENTI DEL FIUME DESE Ritrovo alle 12.15 alle sorgenti del Dese in via Castellana - info 0423.718364 TERA e AQUA Aprile - Maggio 2024 7 LA DIGA SUL VANOI La minaccia che incombe tra Veneto e Trentino di Fabio Balocco Sull’arco alpino la “digo-mania” imperver- sa, un po’ giustificata dalle scarse preci- pitazioni di questi anni, un po’ dalla sup- posta energia verde che si ricava dall’idro- elettrico. Di tutte le nuove opere, quella sicuramente più devastante sarebbe la diga sul torrente Vanoi, a cavallo tra Vene- to e Trentino. A volere la diga e a portarsi avanti con l’iter è il Veneto, ma la diga (alta ben 116 metri) poggerebbe con una spalla su territorio Veneto e con l’altra su quello Trentino, mentre l’invaso, della capacità di 33 milioni di mc, sarebbe invece quasi tutto in Trentino. Che infatti è formalmen- te contrario alla realizzazione. Da notare che la giunta trentina è leghista come è leghista Zaia, e ha approvato una mozione del Pd: stranezze della politica. Sono più di cent’anni che si parla di rea- lizzare una diga sul Vanoi, ma fino ad oggi nulla è stato possibile costruire, soprat- tutto a causa della geologia locale, in par- ticolare dei terreni franosi in cui il corso d’acqua scorre. In compenso, nel vicino bacino del torrente Cismòn, tributario del fiume Brenta, sono stati realizzati nel 1900 ben 6 invasi: Forte- buso, Val Noana e Val Schenèr in Trentino e Ponte Serra, Senaiga e Corlo in Veneto. In proposito della pericolosità dei versan- ti, giova riportare un passaggio della nota del 18/05/2023 dell’assessore all’ambien- te della Provincia di Trento: Si aggiunge anche l’evidenza della pericolosità dell’a- rea dove è prevista la costruzione del serbatoio, connotata perlopiù da perico- losità massima (P4) della carta di sintesi della pericolosità provinciale (approvata con deliberazione della Giunta prov. del 4.9.2020) dovuta a potenziali crolli ed alla particolare situazione lito-geomorfo- logica dei versanti oltre che naturalmen- te dalla massima pericolosità fluviale/ torrentizia.” Ma questo non sembra co- stituire un ostacolo per il soggetto che chi vuole fortissimamente lo sbarramento, cioè il Consorzio di Bonifica Brenta con sede a Cittadella (PD), anch’esso a guida centrodestra, che ha comunque indetto una gara per la progettazione dell’opera. Capita sempre più spesso, che prima si pensi di realizzare delle grandi opere e solo in seguito a come giustificarle. Qui la giustificazione sarebbe la creazione di una riserva d’acqua per la pianura, ma an- che una centralina idroelettrica dalla por- tata irrisoria (molto meno di 2 megawatt). Così, con la scusa di portare eventuale ac- qua in pianura (ovviamente non si parla di risparmiare acqua in pianura o di risa- nare le reti idriche colabrodo o dragare la ghiaia e il limo dai bacini) si causerebbe un disastro ambientale di immani propor- zioni: il Vanoi è uno dei pochi corsi d’acqua integri del Nord-Est, tant’è che è habitat della trota marmorata, è frequentato da escursionisti e kayakisti. Un’opera che necessita del consenso di due regioni, un’opera in un ambiente in- tegro, un’opera che non si è realizzata fino ad oggi, perché la si ritiene pericolosa; ep- pure si spendono soldi pubblici per la sua progettazione. Mi viene un dubbio: sarà perché, invece che acqua, dal cielo di questi tempi piovo- no i soldi del Pnrr? Il Fatto Quotidiano EXTINCTION REBELLION FOGLI DI VIA DA VENEZIA PER 4 ANNI DOPO L’AZIONE SUL CANAL GRANDE Dopo l’azione del 9.12.2023 di Extinction Rebellion, in cui sono state tinte di verde le acque del Canal Grande (e di altri fiumi e canali italiani) 28 persone sono state portate in Questura, a Venezia, e rilasciate dopo 6 ore. Sono state tutte denunciate per manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servi- zio, sversamento di sostanze pericolose, in concorso tra loro. A 5 persone è stato rilasciato un foglio di via obbligatorio di 4 anni e a 3 un DASPO urbano di 48 ore. L’espulsione da Venezia per 4 anni, nonostante alcune siano studentesse a Ca’ Foscari, è un’applicazione illegittima di un provvedimento pensato per reati di mafia e che, secondo la legge, non può essere notificato a chi ha un legame con la città. Sequestrati tutti i materiali, comprese alcune macchine fotogra- fiche. Chi accuseranno quando il Canal Grande sarà davvero bloccato perché il mare avrà invaso Venezia? Lettera aperta al Sindaco di Venezia Egregio Gigio, immagino che la multa per il colorante innocuo versato in Canal Grande sabato da XR sia la stessa (cioè nulla) data all’idrauli- co che ha sversato lo stesso liquido in Canal Grande nel maggio 2023 e la stessa di quella (nulla) data all’artista che lo ha fatto in occasione della Biennale d’arte alcuni anni fa. Tuo aff.mo Michele Boato STABILIMENTO NUCLEARE A MARGHERA? MINIREATTORI USA-ITALIA La Ultra Safe Nuclear Italia, controllata dalla statunitense USNC, specializzata nella produzione di mini reattori con potenza fino a 50 MW termici, e la piemontese Simic (produttrice di compo- nenti industriali nei settori petrolio-gas, chimica, petrolchimica ed energia) hanno firmato un protocollo d’intesa per la costru- zione in Europa e Italia di Micro Modular Reactors, a combu- stione nucleare, di cui la USNC detiene i brevetti. L’obiettivo, ottenute le autorizzazioni, è produrre reattori per energia a combustione nucleare per aziende energivore (dei settori me- tallurgia, vetro, cemento e carta) nella fabbrica Simic di Mar- ghera, come quelli che stanno realizzando in Illinois (Università di Urbana-Champaign) e Canada (Chalk River). Altre produzioni sono previste in Italia e d Europa con una tecnologia nucleare spacciata per assolutamente “sicura”. 1 - CONTO CORRENTE POSTALE 29119880 Ecoistituto del Veneto Alex Langer - Viale Venezia, 7 - 30171 Mestre 2 - BONIFICO BANCARIO Banca Etica IBAN: IT96 J050 1812 1010 0001 6692 519 (precisate il vostro indirizzo completo e comunicatelo anche a info@ecoistituto.veneto.it perchè spesso l‘estratto bancario non lo riporta) 3 - PAYPAL su info@ecoistituto.veneto.it * RI-LIBRI a Mestre, in via Dante 9/A distribuisce ad offerta libera centinaia di volumi di narrativa, saggistica, fumetti, gialli, guide, ecc., a sostegno delle attività dell’Ecoistituto (Tera e Aqua, sito, Gaia, vertenze giudiziarie a difesa dell’ambiente, ecc). RI-LIBRI è aperto MARTEDÌ e VENERDÌ dalle 15 alle 18 Una mano a Tera e Aqua grazie a: Albera Giancarlo, Anzeliero Amelio, Bari Giorgio, Belli Corrado, Bergamo Anna Maria e Ortalli Gherardo, Bet- tinelli Ezio, Bortolotto Francesco, Careddu Antonio, Casagrande Maria Caterina, Cecchetto Alessandra, Corazza Claudio, Da Re Ruggero, Dall’Osso Dino, Faccini Maria Luisa, Falconi Ferruccio, Fiabane Giorgio, Grotto Remigio, Leone Gianni, Mari Claudio, Mazzarolo Emanuela, Montanari Pinuccia e Tangari Rodolfo, Padovese Antonio e Gallo Nadia, Pastro Gianni, Pelliconi Luciano, Pezzedi Giampietro, Porcile Gianfranco, Puppini Chiara, Ruffato Mime, Sambo Mariacristina e Velardita Roberto, Sarto Giorgio e Voltolini Ketty, Scatolini Gabriella, Sinibaldi Roberto, Tattara Giuseppe, Tenenti Gian- carlo, Terrin Elvio e Baldan Daniela, Trame Attilio, Trevisan Liliana, Trimarchi Antonino, Vittadini Maria Rosa, Zannantonio Bruno, Zoldan Ezio Luigi Tera e Aqua su carta si riceve versando almeno 5 euro*, o con 20 euro* abbonandosi a GAIA, la rivista più combattiva dell’ecologismo italiano, di cui puoi richiedere una copia omaggio a: rivistagaia@tin.it Tera e Aqua on line si riceve gratuitamente inviando nome, cognome, città, indirizzo e-mail a: micheleboato14@gmail.com TeA è anche su www.ecoistituto-italia.org assieme agli indici di Gaia, migliaia di articoli di ecologia, le tesi del Premio ICU-Laura Conti... Sosteniamo Gaia e Tera e Aqua L’INDICIBILE L’indicibile è lo sgomento e poi l’orrore alla televisione dei morti ammazzati coi droni e coi missili L’indicibile è che quei morti a volte sono tanti bambini e bambine L’indicibile è il terrore espresso nei loro volti L’indicibile è la narrazione dei mass media L’indicibile è che esista la mattanza della guerra L’indicibile è la rassegnazione della moltitudine L’indicibile è la sofferenza di noi esseri umani nel mondo oggi ci sono 180 conflitti e qui avviene l’indicibile L’indicibile è l’aumento della produzione di armi L’indicibile è credere che più armi significhi deterrenza alla guerra L’indicibile è non aumentare i paesi senza esercito L’indicibile è che esistano armi nucleari L’indicibile è credere che ci si possa salvare da una guerra nucleare, da un’apocalisse L’indicibile è non fermare il suicidio della specie umana L’indicibile è che non esistano musei e scuole di educazione alla pace L’indicibile è che non si sia ancora imparata la parola pace. Antonella Bontae Un libro sulle lotte nonviolente a difesa dell’ambiente; tante iniziative che, in Europa, America, Africa ed Asia, segnano una nuova concezione del mondo con al primo posto la vita e non l’interesse economico e che arri- vano a rovesciare scelte politiche che non vedono oltre i loro interessi. Si parte dal movimento antinucleare inglese fino ad Extinction Rebellion, alle rivolte contadine francesi del Larzac, a quelle vittoriose contro l’inutile mega-aeroporto di Nantes e quelle in corso di Soulèvements de la Terre. Si percorre in Germania la lunga marcia dalle Iniziati- ve civiche ai Grünen di Petra Kelly, fino ai ribelli di Lützerath che resistono all’apertura di un’enorme miniera di carbone. Poi Greta e i Venerdì per il nostro futuro, le madri polacche che allattano e salvano la foresta vergine, i Sioux che difendono le colline sacre del Dakota dall’oleodotto di Trump, Ra- chel Carson che denuncia la “primavera silenziosa” del DDT, Julia che salva la sequoia Luna vivendoci per due anni a 55 metri, l’”avvocata di strada” Erin Brockovich e gli avvocati Bilott e Nader che difendono il popolo degli inquinati, Chico Mendes con i suoi Seringueiros che difendono l’Amazzonia, come le Donne del Rio Nero, così come Moira e le donne Mapuche difendono la Patagonia dai pe- trolieri. E poi la donna-albero del Kenya, Wangari Maathai, Nobel che col suo movimento pianta 52 milioni di alberi, per arrivare a Vandana e alle donne del movimento Chipko che salvano, abbracciando- li, gli alberi dell’Himalaya. Michele Boato NONVIOLENZA PER LA TERRA 216 pp., 10 euro da versare con una delle modalità elencate in fondo a questa pagina Per organizzare altre presentazioni, scrivere a micheleboato14@gmail.com OLIMPIADI Cortina cara, il tuo destino è fosco. Dov’è il tuo sindaco mentre distruggono il bosco? Dolomiti d’Ampezzo terra gloriosa svendute da uno Zaia parente di Vaia Povero Veneto preziosi ambienti Serenissimo bene in mano a delinquenti Michele Boato CARA MIMOSA Cara mimosa ce l’abbiamo fatta anche quest’anno sei rimasta intatta. Hanno cercato più volte l’assalto in mille modi per l’otto di marzo. La scusa è sempre “omaggio alle spose” ma AmicoAlbero omaggia le mimose. Michele Boato Prossima presentazione del libro venerdì 5 luglio, ore 18, a FERRARA ISTITUTO DI STORIA CONTEMPORANEA vicolo S. Spirito (laterale di via Montebello) con Elena Buccoliero del Movimento Nonviolento