Un "presidio pacifico" fisso, da questa mattina fino a marted 28 agosto davanti al
Tribunale di Vicenza, per fare "pressione nei confronti della Procura" e chiedere
nuovamente "la chiusura dell'azienda Miteni" di Trissino (VI) -responsabile dello
sversamento nell'acqua dei composti chimici perfluoroalchilici (Pfas)-, "il
risarcimento dei danni" e "la bonifica dell'area" inquinata. Lo organizza il
movimento No Pfas che anche quest'estate stato attivo per tenere alta
l'attenzione sul grave inquinamento della falda tra le province di Vicenza, Verona
e Padova.
"Ormai la Procura ha tutti gli elementi per aprire un procedimento giudiziario nei
confronti della Miteni e di tutti coloro che a vari livelli di responsabilit hanno
consentito per anni che un inquinamento di immani dimensioni contaminasse tre
Province della nostra Regione", sottolineano l'associazione Cillsa (Cittadini per il
lavoro, la legalit, la salute e l'ambiente) e il comitato Zero Pfas Agno Chiampo,
che saranno presenti al presidio. E chiedono "l'intervento immediato" dei
ministeri dell'Ambiente, della Sanit e della Giustizia, "affinch le indagini in
corso vengano portate a completamento entro il pi breve tempo possibile", siano
"individuati, puniti e rimossi i responsabili" e sia bonificato "tutto il territorio".
Proprio il ministero dell'Ambiente si era pronunciato sulla vicenda a inizio agosto,
annunciando la volont di "riesaminare i valori limite allo scarico per i Pfas e per
altre sostanze chimiche". "Siamo di fronte a un'emergenza che va affrontata con
tutti gli strumenti a nostra disposizione, tra cui il tavolo esteso a tutte le Regioni, le
quali hanno competenza sui valori limite di queste sostanze negli scarichi", aveva
affermato il ministro Sergio Costa.
Pochi giorni prima, i rappresentanti di Legambiente nazionale, del circolo "Perla
Blu" di Cologna Veneta (VR) e della Rete dei Gruppi d'acquisto solidale
vicentini erano stati ricevuti a Roma dal capo della Segreteria tecnica del ministero
della Salute, Giuseppe Amat