L’obiettivo della campagna è inequivocabile: "Vogliamo porre fine alla produzione e
all’imbottigliamento in vuoti a perdere di plastica“. Inizia così la petizione
dell’associazione Plasticontrol indirizzata al Parlamento federale tedesco. Le
pressioni nei confronti di società come Nestlé, Danone, Coca-Cola PepsiCo sono in
crescita non solo in Germania. A livello internazionale ambientalisti e cittadini
criticano la prassi di imbottigliare in plastica l’acqua, questo alimento umile quanto
indispensabile.
Nonostante gli sforzi delle lobby per contrastarlo, l’allarme per l’inquinamento dei
mari e la microplastica è ormai un megatrend. Gli esperti parlano di un processo
simile a quello che ha coinvolto l’industria del tabacco, un settore economico cui la
società poco a poco ha revocato la fiducia.
I produttori sono consapevoli dei rischi. "Sappiamo di essere parte del problema e
abbiamo il convincimento di dover contribuire alla soluzione”, fa sapere la Danone.
Ma il produttore di marchi come Evian, Volvic e Font Vella ribadisce al contempo
la filosofia del vuoto a perdere. Attualmente le bottiglie in PET “sono a nostro
giudizio la soluzione più sicura e sostenibile” di confezionare l’acqua, ha dichiarato
Danone Waters Germania interpellata da Die Welt. Lo stesso vale per Nestlé. "Il
PET offre caratteristiche straordinarie come packaging ed è un materiale
riciclabile“.
Per mantenere il consenso i produttori puntano su un aumento del tasso di riciclo.
Ad esempio Nestlé si è impegnata entro il 2025 a imbottigliare la metà della
produzione dei suoi marchi come Vittel, Contrex o San Pellegrino in vuoti di
materiale riciclato.
Ma come l’industria del tabacco non può abbandonare le sigarette così le
multinazionali produttrici di acque non rinunciano facilmente alle bottiglie di plastica,
perché fanno parte integrante di un modello commerciale redditizio. Quindi si
oppongono ai contenitori riutilizzabili, spesso preferiti dalle industrie di acque
minerali nazionali.
Uno studio scientifi