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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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Al secondo posto Roberto Cingolani. Il più votato in assoluto, dopo Draghi, è Roberto Cingolani. Nessuno ha capito perché Beppe Grillo ha indicato Cingolani come ministro della Transizione ecologica dando l’ok al governo Draghi, fatto sta che il ministro-scienziato-manager (in aspettativa) di Leonardo è riuscito a inimicarsi tutti, ambientalisti e 5Stelle. Al suo ministero regna il caos, la parte “green” del Pnrr disegna un transizione a misura delle grandi imprese (pubbliche) di cui ha ripreso i progetti e a cui ha sveltito l’iter autorizzativo. Il, per così dire, Cingolani- pensiero è stato perfino peggio: pasdaran del nucleare e la scelta degli “ambientalisti radical chic” come nemici giurati. Il più grande equivoco del governo Draghi, l’equivoco verde: doveva essere il protagonista della svolta, la novità radicale, il mutamento epocale, la rivoluzione verde. È stato la giustificazione del sostegno dei Cinquestelle a Draghi. Invece i macro-temi di contrasto con gli ambientalisti sono ricorrenti. Il PNRR costruito per proteggere i ritardi dell’industria automobilistica e dell’industria petrolifera le cui assenze di strategie rallentano la conversione ecologica dell’economia verso la mobilità elettrica e le rinnovabili, facendo pagare un duro prezzo all’Italia in termini di competitività industriale sui mercati globali e per il raggiungimento degli obiettivi sul clima. L’idrogeno piazzato come cavallo di Troia all’interno del Piano. Le bonifiche dei siti inquinati trovando il modo di non farle per legge o di farle un po’ meno difficili o magari solo in parte, magari farsa sui terreni agricoli inquinati. Ulteriori perforazioni nei nostri mari tramite decreti illegittimi. Contrariamente al suo sponsor, gli ambientalisti erano scettici sulla nomina di Cingolani, esaminando, oltre al suo curriculum (e di Giancarlo Giorgetti ministro allo sviluppo economico, nonché dello staff tecnico di Draghi) anche la targa dei “tecnici” da lui scelti, renziani e targati confindustria: Roberto Cerreto, Marcello Cecchetti, Marco Ravazzolo. Anzi, tutti i contenziosi che i Movimenti avevano con Sergio Costa, ex “ministro dell’ambiente”, si sono aggravati con Cingolani: chiamato “ministro della transizione ecologica” però -privo dell’accorpamento del “ministero dello sviluppo economico” e dunque addirittura una ripetizione in peggio dei trascorsi ministeri dell’ambiente. Si è guadagnato i nomignoli: “ministro della finzione ecologica”, “ministro della tradizione ecologica”. “Il nome di Roberto Cingolani suggerito da Grillo” -obiettavano i movimenti ecopacifisti- “è l’avamposto della tecnocrazia ambientale e digitale. Anche militare, perché no? Cingolani, prima del neonato ministero alla transizione ecologica, lavorava a Leonardo Spa, amico di Matteo Renzi. I suoi spot rappresentano la tecnologia della follia. E del resto questo surreale ministro della trasformazione ecologica, è titolare di 100 brevetti. Cingolani, già a Leonardo “Aerospazio e difesa”, è grande esperto di brevetti e nanotecnologie e robotica… e inoltre ha dichiarato che il solare costa troppo, meglio il nucleare, il gas è l’alternativa più sostenibile nel medio e lungo termine”. Parlare -come fa Cingolani- “di predisposizione dell’uomo all’eccesso nel consumo di energia quale problema principale, e di educazione dei singoli al risparmio come base del discorso” fa ridere per non arrabbiarsi. Come se fosse dipeso da una decisione dei singoli incentivare la mobilità privata rispetto a quella pubblica, trasporto merci su gomma invece di rotaia e si può continuare ad libitum. Cambiare i modelli di produzione e uso dell’energia comporta decisioni politiche che devono essere accettate dalla collettività, certo, ma perchè ciò avvenga, devono essere credibili! E non lo è questo governo. Insomma, a cosa serve un ministero della transizione ecologica se non c’è un ministro della transizione ecologica? A cosa serve il ministro se non rispetta il volere degli italiani nel Referendum? A cosa serve aver inserito al punto 22 del programma del governo: “L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito una legge sull’acqua pubblica, completando l’iter legislativo in corso”. L’appello si rivolgeva soprattutto al M5S che aveva posto l’acqua pubblica come prima stella affinchè “si abbandoni la politica di privatizzazioni e si imbocchi la strada della ripubblicizzazione di questo bene che Papa Francesco nella “Laudato Si” definisce “diritto umano essenziale, fondamentale e universale.” A cosa serve Cingolani se non ferma il macigno trivelle pronto a travolgere la maggior parte del territorio italiano? A cosa serve se non ferma nemmeno il TAP (Trans Adriatic Pipeline)? Se si lava le mani di uliveti espiantati, fondali marini distrutti, pozzi avvelenati, inquinamento delle falde con nichel, arsenico, manganese, bromo e soprattutto cromo esavalente. A cosa serve se non si riesce a proteggere l’Italia dalle servitù nucleari? Il Trattato di Proibizione della Armi Nucleari, firmato da 50 Stati, è entrato in vigore il 22 gennaio, proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti atomici, o anche solo permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Cingolani è l’ultima persona a sostenere che Draghi disobbedisca agli Usa, aderisca al Trattato, dunque si impegni a distruggere i propri arsenali in accordo con un piano definito e legalmente vincolante. A cosa serve se non prova nemmeno a fermare i PFAS? Ad Alessandria il fascicolo per sversamento di sostanze inquinanti, dunque per disastro ambientale e omessa bonifica, è coordinato dal procuratore capo Enrico Cieri, al quale il Movimento di lotta per la salute Maccacaro ha inviato 5 esposti, in particolare chiedendo fra i documenti il sequestro delle cartelle cliniche top secret dei lavoratori con valori stratosferici di Pfas nel sangue. A Vicenza è in corso il maxi processo contro Miteni di Trissino. Malgrado allarmanti indagini epidemiologiche e idrogeologiche, il governo ignora l’ONU e la Commissione Interparlamentare Ecomafie: non pone limiti zero a queste sostanze cancerogene e per fermare gli impianti Solvay. A cosa serve il ministro se non prova nemmeno a fermare il TAV? Fermare il TAV è il minimo sindacale dell’ecologia. Il compitino da prima elementare per qualsiasi politica veramente “verde”. Ma la questione TAV dimostra anche che la “transizione ecologica” è una questione molto politica e poco tecnica. La difesa dell’ambiente non è un’abbuffata confindustriale: ci sono industriali da scontentare, lobby d’interessi che remano contro, colate di cemento da fermare. È una questione che richiede coraggio e idee chiare, quelle che sembrano siano sempre mancate ai vari partiti (leggi M5S) che si professavano notav fino all’arrivo in parlamento ma che non hanno mai fatto della salvezza del Val Susa una questione dirimente che potesse rimettere in dubbio la loro permanenza sull’agognata poltrona. A cosa serve Cingolani se la mega-discarica dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare? Se si conferma, come a Spinetta Marengo, che non sono bonifica nè gli interventi di copertura e impermeabilizzazione dei terreni, nè il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla e rimetterla in circolo pulita. A cosa serve se non affronta la bonifica della Caffaro previo urgente intervento per mettere in sicurezza la falda? La Procura di Brescia, nell’ambito di un’inchiesta per disastro ambientale ha disposto il sequestro della Caffaro: il cromo esavalente percola, il mercurio galleggia sul suolo, nonostante la presenza della barriera idraulica; non è solo un’eredità del passato, ma un inquinamento perpetrato nel tempo. A cosa serve un ministro se non prova nemmeno a fermare Mose e Grandi Navi? Eppure le associazioni ambientaliste hanno addirittura avuto un incontro col governo, su queste cosiddette "Grandi Opere", inutili e dannose e costose, da molti anni oggetto di mobilitazioni di migliaia di persone che tentano in tutti i modi di fermarle per difendere e tutelare i territori in cui vivono. Grandi Opere Inutili e Dannose , ma Costose, che invece sono volute e/o non contrastate dai partiti che siedono in parlamento e che si accalcano per stare al governo. Ma la domanda pertinente non è “a cosa serve “ ma “a chi serve” uno come Roberto Cingolani al cosiddetto ministero della transizione ecologica? Serve a Mario Draghi.