Interpellanza alla Camera. Iniziative di competenza in relazione all'inquinamento del
bacino del Po e del mare Adriatico connesso all'utilizzo della molecola cC604 nel Polo
chimico di Spinetta Marengo (Alessandria) - n. 2-00894)
PRESIDENTE (CARFAGNA Maria Rosaria)
ALBERTO ZOLEZZI
(M5S). Grazie, Presidente e grazie sottosegretario. In questa interpellanza porto in Aula
nuovamente il tema dei PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche utilizzate da decenni. Sono
state brevettate nel 1951 dalla DuPont, negli Stati Uniti, per produrre il teflon, in particolare
le sostanze dove molti atomi di fluoro erano uniti agli atomi di carbonio, quindi le sostanze
cosiddette a catena lunga, in particolare il PFOA. Ci sono state molte applicazioni
industriali, poi queste applicazioni sono arrivate anche in Italia, con gli stabilimenti della
Marzotto in Veneto, nel 1965, producendo appunto in primis tessuti e poi spostandosi sulla
farmaceutica e sull'agrochimica. La nocività dei PFAS a catena lunga è nota: nel 2006 una
direttiva europea ha classificato il PFOS come sostanza altamente persistente,
bioaccumulante e molto tossica, nel 2009 un trattato internazionale, la Convenzione di
Stoccolma, ne restringe l'utilizzo e dal 2016 l'Agenzia internazionale per la ricerca sul
cancro, IARC, considera il PFAS, in particolare il PFOA cancerogeno, in particolare per il
cancro al testicolo e il cancro del rene. Sono sostanze decisamente critiche e, già per
quanto riguarda la DuPont e il fiume Ohio, ci furono studi importanti, con 70 mila persone
coinvolte, con riscontri patologici decisamente impressionanti. Per quanto riguarda l'Italia,
ci furono già inquinamenti alla fine degli anni Settanta nella pianura vicentina, poi ci furono
le fusioni nel 1988 tra Mitsubishi ed Enichem, creando il famigerato stabilimento Miteni,
fino a che poi, nel 2009, la Mitsubishi cedette questo stabilimento al fondo di investimento
lussemburghese International chemical investors.
Per quanto riguarda le altre regioni, in Piemonte, dal 200