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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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Sono stato appena avvertito che presso la Procura di Alessandria verrà instaurato un procedimento penale
art. 595 comma 3 e 4 C.P. diffamazione a mezzo stampa, per querela del sindaco di Alessandria, Giorgio
Abonante.
Non conosco, al momento, il fatto contestato: dovrete chiedere direttamente ad Abonante.
Quello che so è di non avere mai rivolto offensività gratuite ad Abonante, e lo so potendo sostenere
validamente la veridicità dei giudizi politici espressi sul suo operato.
Mi riferisco al fatto che il sindaco, per legge (possiamo leggere assieme i relativi articoli), è la massima autorità
sanitaria locale, cioè è responsabile (leggo) di garantire la salute pubblica e la tutela della salute dei cittadini
all'interno del proprio territorio comunale. In particolare, il sindaco ha il potere di emanare ordinanze per
affrontare situazioni di emergenza sanitaria o per prendere misure per l'igiene pubblica, soprattutto se
riguardano il territorio comunale. Il provvedimento è dovuto al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli
che gravano sulla salute dei cittadini, alla luce del principio di precauzione.
Il provvedimento è motivato dal fatto che il sindaco di Alessandria è in possesso delle documentazioni relative
alle indagini epidemiologiche sul territorio (l’ultima del 2019), alle indagini Arpa Asl ambientali (aria-acqua-
suolo) e sanitarie (comprese quelle ematiche). Nell’esercizio delle sue prerogative, il sindaco può avvalersi
dei servizi di ASL e Arpa: intesi quali organi consultivi, fermo restando la propria autorità decisionale.
Il principio di precauzione, nel contesto dei poteri del Sindaco (possiamo, se volete, vedere la Legge 267) si
applica in situazioni di pericolo che minacciano l'incolumità pubblica anche quando non vi è ancora una
certezza scientifica sul danno. Il principio di precauzione NON si basa sulla disponibilità di dati che provino la
presenza di un rischio, MA sull'assenza di dati che assicurino il contrario. Nel caso di Alessandria, addirittura,
sono disponibili i dati!!
Dunque, le severe critiche (non solo mie) al mancato provvedimento del sindaco Abonante a impedire le
reiterate emissioni inquinanti delle produzioni della Solvay di Spinetta Marengo, sono ben motivate. Il
processo intentato da Abonante per la presunta diffamazione sarà un’ottima occasione per affrontare in pieno
la questione con la partecipazione di molti testimoni.
Severe critiche (non solo mie) si sono aggiunte con il patteggiamento con Solvay di 100mila euro del Comune
di Alessandria (per tagliare l’erba dei cimiteri). Ogni patteggiamento, si sa, rappresenta una strozzatura del
processo penale, e delle relative condanne penali. Con esso, Solvay si è preposta la condizione di non
preoccuparsi definitivamente della chiusura delle produzioni e della bonifica, nonché -tramite elemosine- di
non essere chiamata a pagare milioni di risarcimenti alle Vittime, malati e morti. (Per inciso, Abonante non se
la prende con quelli della Solvay, bensì querela una Vittima: che ha i Pfas nel sangue, che ha un tumore
maligno correlato ai Pfas e relative patologie annesse e farmaci salvavita. Ragioniamoci sopra.).
Consideriamo grave questo patteggiamento del Comune capoluogo, perché fa da apripista, bulldozer, agli altri
patteggiamenti (soprattutto Regione e Governo) che dovrebbero indurre la Procura a concludere un
patteggiamento giudiziario già nella prossima udienza davanti al Gup. A tacere l’alibi fornito ai parlamentari
per omettere una legge di bando dei Pfas in Italia. E anche su queste responsabilità, il dibattimento al
processo intentato da Abonante per presunta diffamazione, dando voce a molti testimoni, offrirà ampio
terreno all’opinione pubblica.
A questo proposito, proprio a voi giornalisti non può sfuggire la frequenza dei casi in cui l’esercizio
costituzionale della libertà di informazione è posto in contrasto con lo strumento legale della querela per
diffamazione. Va da sé che Lino Balza è giornalista, giornalista scomodo, con vasta presenza ed eco a livello
nazionale, il più scomodo da oltre mezzo secolo. Ho le spalle larghe dopo la famosa vittoriosa epopea contro
il colosso chimico. Ma, piuttosto che sul terreno giudiziario, sfido (magari in questa sede) Abonante ad un
confronto pubblico. Se ha il coraggio civico, lo sfido.
art. 595 comma 3 e 4 C.P. diffamazione a mezzo stampa, per querela del sindaco di Alessandria, Giorgio
Abonante.
Non conosco, al momento, il fatto contestato: dovrete chiedere direttamente ad Abonante.
Quello che so è di non avere mai rivolto offensività gratuite ad Abonante, e lo so potendo sostenere
validamente la veridicità dei giudizi politici espressi sul suo operato.
Mi riferisco al fatto che il sindaco, per legge (possiamo leggere assieme i relativi articoli), è la massima autorità
sanitaria locale, cioè è responsabile (leggo) di garantire la salute pubblica e la tutela della salute dei cittadini
all'interno del proprio territorio comunale. In particolare, il sindaco ha il potere di emanare ordinanze per
affrontare situazioni di emergenza sanitaria o per prendere misure per l'igiene pubblica, soprattutto se
riguardano il territorio comunale. Il provvedimento è dovuto al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli
che gravano sulla salute dei cittadini, alla luce del principio di precauzione.
Il provvedimento è motivato dal fatto che il sindaco di Alessandria è in possesso delle documentazioni relative
alle indagini epidemiologiche sul territorio (l’ultima del 2019), alle indagini Arpa Asl ambientali (aria-acqua-
suolo) e sanitarie (comprese quelle ematiche). Nell’esercizio delle sue prerogative, il sindaco può avvalersi
dei servizi di ASL e Arpa: intesi quali organi consultivi, fermo restando la propria autorità decisionale.
Il principio di precauzione, nel contesto dei poteri del Sindaco (possiamo, se volete, vedere la Legge 267) si
applica in situazioni di pericolo che minacciano l'incolumità pubblica anche quando non vi è ancora una
certezza scientifica sul danno. Il principio di precauzione NON si basa sulla disponibilità di dati che provino la
presenza di un rischio, MA sull'assenza di dati che assicurino il contrario. Nel caso di Alessandria, addirittura,
sono disponibili i dati!!
Dunque, le severe critiche (non solo mie) al mancato provvedimento del sindaco Abonante a impedire le
reiterate emissioni inquinanti delle produzioni della Solvay di Spinetta Marengo, sono ben motivate. Il
processo intentato da Abonante per la presunta diffamazione sarà un’ottima occasione per affrontare in pieno
la questione con la partecipazione di molti testimoni.
Severe critiche (non solo mie) si sono aggiunte con il patteggiamento con Solvay di 100mila euro del Comune
di Alessandria (per tagliare l’erba dei cimiteri). Ogni patteggiamento, si sa, rappresenta una strozzatura del
processo penale, e delle relative condanne penali. Con esso, Solvay si è preposta la condizione di non
preoccuparsi definitivamente della chiusura delle produzioni e della bonifica, nonché -tramite elemosine- di
non essere chiamata a pagare milioni di risarcimenti alle Vittime, malati e morti. (Per inciso, Abonante non se
la prende con quelli della Solvay, bensì querela una Vittima: che ha i Pfas nel sangue, che ha un tumore
maligno correlato ai Pfas e relative patologie annesse e farmaci salvavita. Ragioniamoci sopra.).
Consideriamo grave questo patteggiamento del Comune capoluogo, perché fa da apripista, bulldozer, agli altri
patteggiamenti (soprattutto Regione e Governo) che dovrebbero indurre la Procura a concludere un
patteggiamento giudiziario già nella prossima udienza davanti al Gup. A tacere l’alibi fornito ai parlamentari
per omettere una legge di bando dei Pfas in Italia. E anche su queste responsabilità, il dibattimento al
processo intentato da Abonante per presunta diffamazione, dando voce a molti testimoni, offrirà ampio
terreno all’opinione pubblica.
A questo proposito, proprio a voi giornalisti non può sfuggire la frequenza dei casi in cui l’esercizio
costituzionale della libertà di informazione è posto in contrasto con lo strumento legale della querela per
diffamazione. Va da sé che Lino Balza è giornalista, giornalista scomodo, con vasta presenza ed eco a livello
nazionale, il più scomodo da oltre mezzo secolo. Ho le spalle larghe dopo la famosa vittoriosa epopea contro
il colosso chimico. Ma, piuttosto che sul terreno giudiziario, sfido (magari in questa sede) Abonante ad un
confronto pubblico. Se ha il coraggio civico, lo sfido.