Dal 2014
PREMI ATTILA
Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori
2022
Vincono
per l’Ambiente: Giorgia Meloni
per la Pace: Volodymyr Zelenski
GIORGIA MELONI
«Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo
assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse
di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico,
molto, molto negativamente il comportamento di questo signore». Lo ha detto il presidente di Forza Italia,
Silvio Berlusconi, che ha aggiunto: «Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano
dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: “’È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per
ricostruire l’Ucraina”. Un piano Marshall da 6, 7, 8, 9 mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu
domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più
armi».
Giorgia Meloni l’aveva detto il 26 ottobre alla Camera in un passaggio, da tutti sottovalutato, della sua
replica prima della fiducia: “A una pace giusta non si arriva sventolando bandiere arcobaleno nelle
manifestazioni… L’unica possibilità di favorire un negoziato nei conflitti è che ci sia un equilibrio tra le forze
in campo”. Quindi, siccome la Russia possiede 5.977 testate nucleari e l’Ucraina zero, per garantire
“l’equilibrio delle forze in campo” invieremo a Kiev anche 5.977 testate nucleari e fino ad allora non
sosterremo alcun negoziato?
Mai come oggi che (così almeno dicono) abbiamo la prima premier “sovranista”, si avverte un gran bisogno
di “sovranismo”. La politica estera, negli ultimi 50 anni, non è mai stata meno sovranista, cioè meno attenta
all’interesse e alla sovranità nazionale, di oggi. Da quando ci è capitata la sciagura del draghismo, siamo
finiti su un nastro trasportatore pilotato da Washington che ci trascina verso orizzonti sempre più