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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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RIPORTIAMO AL VOTO E ALLA POLITICA DI BASE I DELUSI E GLI ARRABBIATI! AL MOVIMENTO PACE TERRA DIGNITA', RIVOLTO AI PACIFICI E AI RESISTENTI, PUO' SERVIRE UNA LISTA INDIPENDENTE ALLE ELEZIONI EUROPEE. Un appello di Raniero La Valle e Michele Santoro ci chiede, firmandolo, di promuovere insieme l'assemblea del 30 settembre a Roma (dovrebbe, se non erriamo, tenersi al Teatro Ghioni). L'appello è rivolto ai pacifici, agli organizzati e ai disorganizzati, agli elettori di tutte le liste, agli assenti dalle urne e a quelli di deluse speranze. Si vuole dare una rappresentanza a tre soggetti ideali che ancora non l’hanno o l’hanno perduta, a tre beni comuni: la PACE, la TERRA e la DIGNITÀ. Noi, Disarmisti esigenti, progetto nato per esigere il disarmo totale puntando sui passi unilaterali, aderiamo con entusiasmo. Allo stesso tempo proponiamo come indispensabile, nella contingenza politica attuale, una lista indipendente per le prossime europee, secondo le motivazioni e con le finalità del documento sotto riportato, che è possibile sottoscrivere online al seguente link, dove si trova il testo completo: https://www.petizioni.com/listapaceterraeuropee Noi crediamo, anche sulla base delle informazioni sui sondaggi che ci ha esibito Michele Santoro, che con un po’ di sforzo, si possano raccogliere forze sufficienti per presentare una lista vincente collegata, strategicamente, a un “progetto politico della pace”, quale quello, prefigurato dai momenti di mobilitazione, di impatto senza paragoni, organizzati da “Servizio pubblico” sin da “Pace proibita”. La strategia politica è infatti un fatto legato alla congiuntura, ai parallelogrammi contingenti delle forze, ed esige, se vuole essere efficace, nei confronti delle tendenze alla guerra unica, un approccio laico di netta distinzione rispetto a un pacifismo burocratico e specialistico: diventa discriminante la considerazione che, per ottenere un cessate il fuoco in Ucraina, non bisogna rifornire di armi i belligeranti, a prescindere dalla distinzione tra chi è immediatamente aggressore o aggredito. Abbiamo, in concreto, da spingere perché l’Unione Europea, costruzione politica importante ma fragile e contraddittoria, non si suicidi accodandosi alla linea NATO, che porta ad una specie di nuova guerra fredda perseguita dagli USA: i complessi militari e industriali in intreccio con settori del capitalismo finanziario imperniati sul sistema del dollaro trovano in essa una dinamica di egemonia e di espansione. Va sostenuta la spinta del Sud Globale alla dedollarizzazione, perché apre spazi ad un ordine mondiale più democratico, al multipolarismo inclusivo che non prevede le alleanze militari, al costituzionalismo mondiale, con dinamiche che affermano la prevalenza dei diritti (umani e sociali, dell’Umanità e della Natura) sul diritto della forza armata. È l’articolo 11 della Costituzione sul “ripudio della guerra”, anche nel suo secondo comma, esteso su scala europea e globale: il superamento della sovranità assoluta degli Stati per quelle “limitazioni della sovranità, in condizioni di parità, necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. L’Europa per la quale ci battiamo deve (e si tratta di obiettivi che hanno una loro plausibilità e fattibilità): 1) Denuclearizzare. 2) Convertire le spese militari in investimenti sociali (beni comuni e pubblici) e per la conversione ecologica sostenendo gli obiettivi delle campagne internazionali per le obiezioni di coscienza, al servizio militare, alle banche armate, alle produzioni e ai traffici di strumenti di morte. 3) Predisporre un modello di difesa che attui il transarmo progressivo verso la resistenza nonviolenta quale capacità di opporsi all’ingiustizia con mezzi costruttivi, basati sulla forza dell’unione popolare. La lista da mettere in campo dobbiamo rivolgerla non, in modo limitato, alle tribù pacifiste ma, in modo più ampio, ai “pacifici”, ad uno spontaneo atteggiamento e sentimento della maggioranza popolare, in Italia legittimato da una Costituzione esplicitamente e marcatamente pacifista. Deve servire a riconquistare alla politica di base settori che si sono relegati, per disperazione e per rabbia, nell’astensionismo. Questa crisi di partecipazione ha un motore da non sottovalutare anche nel disprezzo dimostrato da tutto il quadro politico istituzionale verso il ripudio della guerra provato dal sentire popolare maggioritario. (Gli stessi “media con l’elmetto” continuano a riferire di istanze, ad esempio il non rifornire Kiev di armi, in cui sia il governo che l’opposizione contraddicono la volontà popolare). L’Arcobaleno deve spuntare per dare una rappresentanza coerente al no alla guerra. Dipende da tutte/i noi far emergere la pacifica e spontanea volontà popolare senza il quale non sono credibili neanche i percorsi per il clima e la giustizia sociale. Sottolineando lo spirito dell’aggiunta nonviolenta: non dobbiamo considerare i concorrenti elettorali come un nemico, tanto più se, anche grazie alla nostra sollecitazione, si pongono in qualche modo il tema del disarmo e della fine della guerra con una soluzione diplomatica. L’alternativa al sistema di guerra deve, a nostro avviso, concretizzarsi in un impegno per la "pace con la Natura" nella quale la società strutturalmente pacifica si fa pane quotidiano. L'invito è alla resistenza contro la decrescita infelice provocata dalla guerra, coinvolgendo gli operatori economici in politiche e pratiche per una economia della solidarietà contro la logica del profitto illimitato. Proviamo, ad esempio, a partire dal settore agricolo, che rappresenta una quota consistente del bilancio complessivo dell’UE... Per i Disarmisti esigenti I coordinatori della proposta della lista alle europee dei pacifici e dei resistenti con Santoro - Ennio Cabiddu e Alfonso Navarra