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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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Su iniziativa di lotta dell’europarlamentare Cristina
Guarda si terrà un importante avvenimento di raccordo fra le forze sociali e politiche
piemontesi e venete impegnate nella battaglia contro i Pfas in Italia, di cui gli epicentri
regionali sono Alessandria (Solvay di Spinetta Marengo) e Vicenza (Miteni di Trissino).
L’appuntamento è per sabato 27 settembre 2025 in Alessandria, alle ore 10.30, presso Hotel al
Mulino, via Casale 44, località San Michele (immediatamente all’uscita del casello di Alessandria
Ovest dell’autostrada).
Nell’ambito dell’incontro, il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” presenterà, in 11
punti, un Piano di azioni concrete con le quali -su input dei Comitati e delle Associazioni in
una sorta di Stati Generali- scongiurare l’altrimenti imminente vittoria in Italia della lobby
chimica diretta dalla multinazionale Solvay (Syensqo).
Piano di azione per scongiurare la tragedia dei Pfas.
Il 2026 può essere l’anno che sancisce la immane tragedia sanitaria dei PFAS,
paragonabile a quella dell’amianto. In altre parole, fisserebbe la vittoria in Italia della lobby
chimica diretta dalla multinazionale Solvay (Syensqo). La tragica vittoria, invece, può
essere ancora scongiurata tramite concrete azioni dei Comitati e delle Associazioni.
Infatti, allo stato attuale (si veda l’analisi https://www.rete-ambientalista.it/2025/09/04/il-
2026-e-alle-porte-snodo-cruciale-per-i-pfas-della-solvay/ sul Sito www.rete-
ambientalista.it del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”) il possibile trionfo di
Solvay è stato costruito su quattro assai controversi terreni: sul versante della debole
magistratura di Alessandria, sul versante delle compromesse istituzioni politiche locali, e
sui versanti delle asservite forze parlamentari italiane ed europee.
Invece, questo trionfo sulla pelle della gente può essere sbarrato con un “Piano di
salvataggio dalla tragedia dei Pfas” che i Comitati e le Associazioni possono mettere in
campo tramite undici incisive azioni:
1) Coordinare Alessandria con Vicenza, affinchè, per conto dei Comitati e delle
Associazioni, gli studi legali intraprendano urgenti procedimenti giudiziari in sede civile
di azione risarcitoria collettiva, patrimoniale e non, per le Vittime fisiche (cittadini e
lavoratori) dei disastri ecosanitari dei siti industriali Solvay di Spinetta Marengo ed ex
Miteni di Trissino.
2) In Alessandria, i Comitati e le Associazioni impegnano i propri studi legali a verificare di
intraprendere urgenti procedimenti giudiziari in sede civile di azione inibitoria collettiva
in materia ambientale per il disastro ecosanitario del sito industriale Solvay di Spinetta
Marengo.
N.B. L‘azione inibitoria collettiva in materia ambientale è uno strumento processuale
che permette a un’associazione o un comitato, o anche a chiunque abbia interesse, di
richiedere al giudice la cessazione di un comportamento che lede l’ambiente e la salute
pubblica. Questa azione introdotta nell’ordinamento italiano mira a prevenire o
interrompere danni ambientali, sia attuali che potenziali, causati da attività illecite. A
differenza dell’azione risarcitoria collettiva, class action, l’azione inibitoria non mira al
risarcimento del danno, ma alla prevenzione o all’interruzione del comportamento lesivo.
3) Coordinare Alessandria con Vicenza, affinchè, per conto dei Comitati e delle
Associazioni, gli studi legali riesaminino la formulazione dei processi penali di
Alessandria e Vicenza alla luce (vedi sul Sito) del documento (in sé: notizia di reato)
trasmesso alle Procure della Repubblica di Alessandria e Vicenza dall’avvocato Luca
Santa Maria (ex Solvay) che individua una regia dolosa unica delle responsabilità penali, e
apicali, per gli attuali processi di Alessandria (colposo) e di Vicenza (doloso): ipotizzabili
per i PM istanze di nuove indagini, unificazione dei fascicoli, perfino rogatorie.
4) In Alessandria, i Comitati e le Associazioni impegnano i propri studi legali a coordinarsi
per chiedere alla locale Procura la riformulazione dei capi di accusa da colposi a
dolosi. A maggior ragione perché una sequela di rinvii delle udienze ha fermato il
processo per due anni, anche con una negoziazione opaca tra le parti (GUP).
5) I Comitati e le Associazioni reputano rilevante che il Comune di Alessandria
emetta ordinanza di fermata delle produzioni della Solvay inquinanti dentro e fuori il
comune, come imporrebbe il principio di precauzione, esercitando le prerogative di legge
che derivano al sindaco nella sua veste di massima Autorità Sanitaria Locale.
6) I Comitati e le Associazioni, in forza anche delle Mozioni Popolari presentate, basate sui
principi della prevenzione e della precauzione / “limiti zero”, ribadiscono al Parlamento la
richiesta della messa al bando dei Pfas in Italia, della loro produzione e utilizzo, ovvero
della fermata delle produzioni inquinanti della Solvay di Spinetta Marengo quale
pregiudiziale “conditio sine qua non” del fattuale divieto di Legge.
7) In Alessandria, i Comitati e le Associazioni impegnano i propri studi legali a respingere
ogni proposta di Patteggiamento con Solvay, che strozzerebbe il processo locale,
nonché la stessa Legge nazionale basata sui principi della prevenzione e della
precauzione / limiti zero.
8) I Comitati e le Associazioni diffidano le Istituzioni locali e nazionali a intraprendere
contrattazioni di patteggiamento con Solvay, che strozzerebbero il processo di
Alessandria, nonchè la stessa Legge nazionale basata sui principi della prevenzione e
della precauzione / limiti zero.
9) I Comitati e le Associazioni invitano in particolare il sindaco di Alessandria a
recedere dal patteggiamento intrapreso (azione possibile in quanto non vi è accordo di
patteggiamento con il Pubblico Ministero e prima che il giudice si pronunci).
10) I Comitati e le Associazioni chiedono al Governo di destinare immediatamente risorse
tecniche, economiche ed umane adeguate al monitoraggio ambientale e sanitario dei
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Pfas in Italia, a maggior ragione in Veneto e Piemonte dove già urge provvedere a idonee
misure cautelari e interventi di bonifica.
11) I Comitati e le Associazioni, in particolare chiedono alla Regione Piemonte, nel cui
territorio i ritardi dei monitoraggi ambientali e sanitari sono ancora più evidenti, di non
rallentare ulteriormente l’opaco monitoraggio del sangue della popolazione
alessandrina. Va da sé, escludendo ogni patteggiamento con Solvay.
LA DETERMINAZIONE DEI COMITATI E DELLE ASSOCIAZIONI, DI CONSEGUIRE LE
AZIONI COMPRESE NEL “PIANO DI SALVAGUARDIA”, POTRA’ ‘CONVINCERE’
SOLVAY AD ESTENDERE ALL’ITALIA LA SUA STRATEGIA DI DISIMPEGNO DAI
PFAS. PIUTTOSTO CHE CONCENTRARE LE PRODUZIONI IN ITALIA, A SPINETTA.
(clicca qui)
Le strategie pfas di Solvay.
PER SCONGIURARE LA TRAGEDIA DEI PFAS, LA DETERMINAZIONE DEI COMITATI
E DELLE ASSOCIAZIONI, DI CONSEGUIRE LE AZIONI COMPRESE NEL “PIANO DI
SALVAGUARDIA” (clicca qui ) POTRA’ “CONVINCERE” SOLVAY A ESTENDERE
ALL’ITALIA LA SUA STRATEGIA DI DISIMPEGNO DAI PFAS. PIUTTOSTO CHE
CONCENTRARE LE PRODUZIONI IN ITALIA (Spinetta Marengo).
In USA, la multinazionale ha cessato l’uso di PFAS (come l’ADV a West Deptford) già dal
2021, in quanto le cause legali riferite ai Pfas stanno sommergendo Solvay in un
contenzioso continuo. Solvay, attraverso la sua sussidiaria Solvay Specialty Polymers
USA, ha raggiunto (2023) un accordo transattivo con il Dipartimento per la Protezione
Ambientale del New Jersey (NJDEP) per 392,7 milioni di dollari a seguito di cause legali
relative alla contaminazione da sostanze chimiche per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nel
sud del New Jersey; l’accordo storico, comprende la bonifica di un sito contaminato e il
risarcimento per i danni alle risorse naturali e ai sistemi idrici della zona. Sempre Solvay
ha appena accettato di pagare 1,3 milioni di dollari per chiudere una “class action” sulla
contaminazione da Pfas delle riserve idriche del Parco nazionale di West Deptford ad
opera del suo impianto di produzione di Leonard Lane. (E restano ancora aperti i
risarcimenti per le patologie sofferte). D’altronde Solvay deve affrontare numerose cause
legali per l’inquinamento da PFAS nel South Jersey, per il suo stabilimento della contea di
Gloucester.
“Per garantire la propria competitività a lungo termine”, Solvay avverte che “terminerà la
produzione di prodotti a base di acido trifluoroacetico (TFA) e di tutti i suoi derivati
fluorurati in tutto il gruppo entro l’inizio del 2026”. ***
In GERMANIA Solvay annuncia il taglio di 140 posti di lavoro: 100 a Bad Wimpfen e 40 a
Garbsen (che chiude entro 2028) in quanto, appunto, cesserà la produzione di prodotti a
base del Pfas TFA.
In FRANCIA lo scorso anno Solvay ha annunciato la chiusura del suo stabilimento di
Salindres (taglio 68 posti), dove venivano prodotti anche il TFA e i suoi derivati.
Attenzione. Le suddette decisioni sono legate alla scadenza 2026: quando dovrebbe
scattare un quadro legislativo di riferimento con vigore dei limiti tollerati anche per il TFA,
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dunque con misure urgenti: il divieto immediato dei pesticidi con PFAS, il divieto
immediato dei gas fluorurati.
In ITALIA Solvay Syensqo mesi fa aveva annunciato che stava “accelerando le misure di
ristrutturazione”, che includono il taglio di circa 200-300 posti di lavoro in Europa, cioè in
Italia (Centro di Ricerca a Bollate, siti produttivi a Ospiate di Bollate e Spinetta Marengo,
“a causa dell’incertezza della domanda causata dalle turbolenze economiche globali
(risparmio di più di 200 milioni di euro (224 milioni di dollari) entro la fine del 2026)”: le
azioni di Syensqo sono scese del 3,3%, gli utili core sottostanti sono diminuiti
organicamente del 15,1%.
In BELGIO Solvay Syensqo è direttamente contestata per la sua attività nella filiera
dell’industria della difesa. Ancora nel giugno 2025, gli attivisti hanno bloccato la sede
centrale di Syensqo a Bruxelles per chiedere il rispetto dell’embargo militare nei
confronti di Israele (in vigore dal 2009 in Belgio). Syensqo produce un pezzo del drone
“Hermes 450” nel suo stabilimento nel Regno Unito, per UAV Tactical Systems (una
società di proprietà congiunta dell’israeliana Elbits Systems Ltd e della francese Thales). Il
drone è stato utilizzato da Israele perfino per bombardare gli operatori umanitari della
ONG World Central Kitchen a Gaza.
*** I TFA sono composti organici classificati come PFAS secondo l’ OCSE. Avevamo, sul
Sito del Movimento di lotta per la salute Maccacaro, più volte lanciato l’allarme negli anni
scorsi. Esempio: L’“invisibile” TFA nell’esistenza nebulosa della Solvay di Spinetta
Marengo, tra processi e class action. https://www.rete-ambientalista.it/2024/09/01/3-l-
invisibile-tfa-nellesistenza-nebulosa-della-solvay-di-spinetta-marengo-tra-processi-e-class-
action/ .
Scoop. La verità sul caso Miteni/Solvay che nessuno ha
raccontato. Seconda parte.
Concludiamo la pubblicazione del documento “La verità’ sul caso Miteni/Solvay che
nessuno ha raccontato” (clicca qui) che l’avvocato Luca Santa Maria, punta di diamante
del collegio di difesa della Solvay nei precedenti processi penali, ha dichiarato di aver
trasmesso alle Procure della Repubblica di Alessandria e Vicenza.
Dal documento esplosivo apprendiamo quando segue. Restano a piede libero i registi che
dagli anni 2000 hanno pianificato la catastrofe ambientale e sanitaria tra Veneto e
Piemonte. E’ della Solvay la regia occulta che fa della Miteni una fabbrica ancora più
criminale (nell’indifferenza dei veneti): Trissino quale “hub clandestino” di Spinetta
Marengo estraendo il micidiale Pfas cC6O4 e smaltendo in fiumi e falde i fanghi
avvelenati. Complice del “lavoro sporco” della Solvay è Dupont, che alla Miteni scarica
dall’Olanda i reflui di Pfas Genx “ripulito”. A sua volta, la Regione Veneto permette di
aggiungere il nuovo illecito che altrove non era tollerato.
L’Italia del Nord si trova inquinata da Cc6O4, il nuovo Pfoa. La contaminazione e
l’esposizione umana si è propagata da Spinetta. L’enorme disastro ha due epicentri
imputabili alla regia Solvay, l’uno indirettamente a Trissino, e l’altro direttamente a
Spinetta, falciando indifese vite, per aria e acque, fra i lavoratori e i cittadini.
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Ora, Solvay (Syensqo) promette la dismissione del C6O4 nel 2026: la più eloquente
confessione stragiudiziale. Ma, per le identiche condotte criminose che -per la medesima
Solvay- negli Usa e Cee hanno per i colpevoli un prezzo stimato in miliardi, invece in Italia
i top manager -mandanti e beneficiari degli enormi profitti- restano impuniti penalmente,
civilisticamente e amministrativamente. Un caso da manuale di “justice arbitrage”.
Dunque, il disastro dei nuovi PFAS come quello dei vecchi è il prodotto di un sistema
perfezionato con regia industriale unica (Solvay), a mezzo di incompetenza dei controllori,
chiusura di entrambi gli occhi con benevola indulgenza, insomma per intenzionale scelta
politica. Specifiche le gravissime responsabilità di Regioni e Sindaco di Alessandria.
Solo la mobilitazione dal basso ha squarciato parzialmente il velo di omertà che tutela i
potenti vertici delle potenti multinazionali.
Il vecchio diritto penale, con la Procura di Vicenza e l’azione dei NOE, ha fatto molto ma
non tutto. Il procedimento penale di Alessandria contro Solvay, ora Syensqo, avviato nel
2020 dalla Procura locale è stato invece paralizzato.
Dunque, il documento infine si conclude con richieste precise, di triplice urgenza, che
rimettono in gioco gli scenari futuri. Scenari presi in esame nella meticolosa analisi di Lino
Balza, clicca qui, che, a sua volta, prospetta anche più efficaci strumenti oltre le sedi
penali.
Messaggio di pace e salute a 41.985 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute
Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA - Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace
e la Nonviolenza
Nel rispetto del Regolamento (UE) 2016 / 679 del 27.04.2016 e della normativa di legge.
Eventualmente rispondi: cancellami.
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