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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
La segretaria del Partito Democratico, Schlein, è stata accusata di antisemitismo per aver aderito
ad una manifestazione critica verso il Primo Ministro di Israele .
Chi è il citato Primo Ministro?
È il signor Netanyahu, ebreo sionista, un assassino nato, proprio come il suo predecessore
Sharon (definizione di Gariel Garcia Màrquez), criminale di guerra e capo politico di uno Stato
dedito al genocidio che si chiama Israele.
Se il sionismo fosse una nobile idea che rappresenta tutti gli ebrei, l'accusa parrebbe fondata.
Ma così non è. Basta verificare l'ideologia del fondatore del sionismo, il dottor Teodoro Herzl.
Herzl fu un giornalista e scrittore che nessuno ricorderebbe se non avesse pubblicato nel 1896
un volumetto dal titolo "Lo Stato Ebraico" in cui propone la creazione di "uno stato per soli
ebrei".
L'ideologia, che lo Herzl chiamò "sionismo", prendeva lo spunto dalla visione colonialista, detta
del "destino manifesto", nata negli Stati Uniti nel 1845.
Quella del "destino manifesto" era sì un'idea laica, profetizzata però da antiche nozioni bibliche
di terre promesse ad un popolo "prediletto" da un dio.
Che il WASP (White Anglo Saxon Protestant) fosse il popolo eletto predestinato ad appropriarsi
di terre dalle quali cacciare o eliminare i popoli che le abitano, nel caso specifico il furto delle
terre dei nativi del Nord America (e poi non solo), trova nel "destino manifesto" quella
formulazione che Herzl riprende, adattandola, a fine Ottocento.
Per il sionismo, come per ogni colonialismo conosciuto, il furto delle terre di altri popoli avviene
là dove interessi e occasioni si presentano. Herzl, infatti, per ottenere la terra promessa, o
meglio, la promessa di una terra, si rivolse dapprima all'Argentina, poi chiese a Londra un
appezzamento nell'Africa Orientale Britannica.
Per ultimo, la scelta della terra promessa cadde sulla Palestina. Ma fu una scelta e una promessa
esclusivamente Britanniche, perché gli interessi geopolitici inglesi dati dal petrolio, dal Canale di
Suez e dalle necessità di contenimento della Rivoluzione Russa allora convergevano verso il
Medio Oriente, dove la Palestina fungeva da ponte.
I sionisti britannici, i banchieri Rothschild in testa, furono chiamati ad assecondare tale scelta.
Benny Morris, famoso e importante storico sionista ebreo israeliano, giustificando ogni
genocidio, lo svelò senza mezzi termini l'8 gennaio 2004 al quotidiano israeliano Haaretz di Tel
Aviv:
"Neanche la grande democrazia americana sarebbe potuta nascere senza lo sterminio degli
Indiani. Ci sono casi in cui il buon fine giustifica atti duri e crudeli che vengono commessi nel
corso della storia. È impossibile evitarlo. Senza la rimozione dei palestinesi, qui non sarebbe
potuto nascere uno Stato ebraico."
E il buon fine è stabilito dal predatore. "Superior stabat lupus..." racconta Fedro.
Per concludere va detto che essere antisionisti significa essere non solo antifascisti, ma restare
umani per opporsi alla violenza criminale, genocida, oltre ché antisemita, di Israele, come di ogni
altro colonialismo.
Quindi possiamo dire alla Schlein di stare tranquilla, i peggiori antisemiti sono i sionisti che ti
accusano: proprio per questo essere ebrei vuol dire essere antisionisti.
Giorgio Stern
ad una manifestazione critica verso il Primo Ministro di Israele .
Chi è il citato Primo Ministro?
È il signor Netanyahu, ebreo sionista, un assassino nato, proprio come il suo predecessore
Sharon (definizione di Gariel Garcia Màrquez), criminale di guerra e capo politico di uno Stato
dedito al genocidio che si chiama Israele.
Se il sionismo fosse una nobile idea che rappresenta tutti gli ebrei, l'accusa parrebbe fondata.
Ma così non è. Basta verificare l'ideologia del fondatore del sionismo, il dottor Teodoro Herzl.
Herzl fu un giornalista e scrittore che nessuno ricorderebbe se non avesse pubblicato nel 1896
un volumetto dal titolo "Lo Stato Ebraico" in cui propone la creazione di "uno stato per soli
ebrei".
L'ideologia, che lo Herzl chiamò "sionismo", prendeva lo spunto dalla visione colonialista, detta
del "destino manifesto", nata negli Stati Uniti nel 1845.
Quella del "destino manifesto" era sì un'idea laica, profetizzata però da antiche nozioni bibliche
di terre promesse ad un popolo "prediletto" da un dio.
Che il WASP (White Anglo Saxon Protestant) fosse il popolo eletto predestinato ad appropriarsi
di terre dalle quali cacciare o eliminare i popoli che le abitano, nel caso specifico il furto delle
terre dei nativi del Nord America (e poi non solo), trova nel "destino manifesto" quella
formulazione che Herzl riprende, adattandola, a fine Ottocento.
Per il sionismo, come per ogni colonialismo conosciuto, il furto delle terre di altri popoli avviene
là dove interessi e occasioni si presentano. Herzl, infatti, per ottenere la terra promessa, o
meglio, la promessa di una terra, si rivolse dapprima all'Argentina, poi chiese a Londra un
appezzamento nell'Africa Orientale Britannica.
Per ultimo, la scelta della terra promessa cadde sulla Palestina. Ma fu una scelta e una promessa
esclusivamente Britanniche, perché gli interessi geopolitici inglesi dati dal petrolio, dal Canale di
Suez e dalle necessità di contenimento della Rivoluzione Russa allora convergevano verso il
Medio Oriente, dove la Palestina fungeva da ponte.
I sionisti britannici, i banchieri Rothschild in testa, furono chiamati ad assecondare tale scelta.
Benny Morris, famoso e importante storico sionista ebreo israeliano, giustificando ogni
genocidio, lo svelò senza mezzi termini l'8 gennaio 2004 al quotidiano israeliano Haaretz di Tel
Aviv:
"Neanche la grande democrazia americana sarebbe potuta nascere senza lo sterminio degli
Indiani. Ci sono casi in cui il buon fine giustifica atti duri e crudeli che vengono commessi nel
corso della storia. È impossibile evitarlo. Senza la rimozione dei palestinesi, qui non sarebbe
potuto nascere uno Stato ebraico."
E il buon fine è stabilito dal predatore. "Superior stabat lupus..." racconta Fedro.
Per concludere va detto che essere antisionisti significa essere non solo antifascisti, ma restare
umani per opporsi alla violenza criminale, genocida, oltre ché antisemita, di Israele, come di ogni
altro colonialismo.
Quindi possiamo dire alla Schlein di stare tranquilla, i peggiori antisemiti sono i sionisti che ti
accusano: proprio per questo essere ebrei vuol dire essere antisionisti.
Giorgio Stern