Acqua, la denuncia del Codacons: Sottratti ai calabresi 150 milioni di euro
L'associazione dei consumatori mette nel mirino Sorical e Regione e presenta un
esposto all'Autorit di regolazione per energia reti e ambiente: Bollette gonfiate a
causa di una procedura illegittima
di redazione
Quella delle tariffe idriche applicate ai Comuni calabresi una storia di ordinaria
follia, un meccanismo "perverso" che finisce per far lievitare il costo dell'acqua.
quanto si legge in una nota del Codacons, che ricostruisce la vicenda partendo
dalla legge "Galli" che nel riorganizzare il settore idrico, ha stabilito che
l'adeguamento delle tariffe doveva avvenire, nelle gestioni in cui il sistema idrico
era "integrato", mediante un "metodo normalizzato".
Le successive leggi 172/95 e 448/98 hanno demandato al Cipe prosegue il
Codacons la determinazione e l'aggiornamento delle tariffe nelle realt in cui le
varie fasi del ciclo idrico (acquedotto, fognatura, depurazione) erano svolte in
maniera disgiunta. Quindi spetta al Cipe determinare ed aggiornare le tariffe.
In Calabria, fino al 31 ottobre 2004, gli acquedotti regionali, dalle sorgenti idriche ai
serbatoi di alimentazione, sono stati gestiti da enti di diritto pubblico, dapprima dalla
Cassa per il Mezzogiorno e quindi dalla Regione Calabria, per cui la tariffa idrica
applicata ai Comuni era determinata prevedendo soltanto il rimborso delle spese
sostenute per assicurare il servizio. E cos dovrebbe essere sostiene il
Codacons visto anche l'esito del referendum sull'acqua pubblica. Accade che
prosegue il Codacons nella sua ricostruzione dall'1 novembre 2004, la gestione
degli acquedotti regionali sia stata affidata a So.Ri.Cal. SpA (Societ Risorse
idriche Calabresi), partecipata per il 53,50% dalla Regione Calabria e per il 46,50%
dal colosso francese Veolia. Poich in Calabria la gestione idrica non era (e non )
integrata sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons
spettava al Cipe determinare gli adeguamenti delle tari