«Non è ancora del tutto ripartito lo screening Pfas. Vogliamo sapere quanto riprenderanno
i prelievi e gli appuntamenti per i questionari. L'emergenza Covid non può essere una
scusante. Ci sono 47.533 cittadini che vivono nelle zone rosse del Basso Veronese in cui
è ancora grande la preoccupazione per l'inquinamento e che temono di ammalarsi a
causa dell'esposizione delle sostanze perfluoroalchiliche». La candidata alle elezioni
regionali per il Partito Democratico Elisa La Paglia ha chiesto chiarezza sul piano di
sorveglianza sanitaria sui Pfas, il quale risulta parzialmente sospeso. L'attività di controllo
di primo livello è ripartita solo per gli screening mammografico, cervico uterino e del colon
retto. Non sono dunque ripartiti gli esami del sangue e delle urine per verificare la
presenza di Pfas.
«Il centro prelievi di Legnago ha risposto che lo screening è stato sospeso a causa
dell'emergenza Covid e che non si sa quando verrà ripreso, perché non ci sono ancora
direttive. Alcuni cittadini si sono sentiti rispondere di chiamare a metà settembre, perché
adesso non si sa ancora nulla. Vorremo sapere da quanti mesi è sospeso il piano di
sorveglianza sanitaria della Regione Veneto, visto che nessuno su questo ha mai detto
nulla e quando si ha intenzione di riprendere gli esami - ha aggiunto La Paglia -
Ricordiamo che lo screening in Veneto coinvolge oltre 85.000 persone, su 127.000
abitanti residenti nei territori interessati da esposizione a Pfas. Di questi, 47.533
afferiscono all'Ulss 9 Scaligera. E l'obiettivo è indentificare le malattie potenzialmente
associate all'esposizione a sostanze perfluoroalchiliche e la presa in carico sanitaria della
popolazione esposta. Proprio per questo è importante che l'attività sia continua nel tempo,
a tutela della popolazione che è già stata fortemente danneggiata da questo enorme
inquinamento su cui sono stati aperti diversi filoni d’indagine».
Nel Veronese, la sorveglianza è iniziata a maggio 2017 nell'ospedale di Legnago e a
ottobre 2017 nell'osp