Con questa sentenza la suprema Corte stabilisce che uccidere i
lavoratori in nome del profitto non è reato e che la legge è non
uguale per tutti.
Le 32 vittime sono state uccise due volte, dai dirigenti delle
ferrovie che le hanno mandate a morte perché non hanno
rispettato, né fatto rispettare, le misure di sicurezza e da una
giustizia che concede – per l’ennesima volta nell’Italia delle stragi
senza colpevoli – l’impunità ai responsabili di una strage
annunciata che si è portata via 32 persone, bambini, giovani,
anziani, donne e uomini, italiani e stranieri.
Ora i responsabili sono stati assolti per prescrizione, come se non
fosse successo nulla.
La giustizia è riservata solo ai manager, ai padroni, ai potenti;
l’uguaglianza davanti alla legge è più uguale per alcuni e non per
altri.
Una giustizia che punisce le vittime del profitto e premia i
colpevoli è una giustizia riservata a chi ha i soldi, è una giustizia
di classe.
Fiducia nello Stato non ne abbiamo mai avuta, ma forse è
arrivato il momento di non limitarci ad andare davanti ai
palazzi del potere per chiedere una giustizia che non arriva
mai, ma di accerchiarli e di gridare forte, dappertutto, con
manifestazioni di protesta, che non ne possiamo più, non
possiamo più tollerare di essere carne da macello per il
capitale.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel
Territorio