Facciamo danni e facciamoli bene,
di quelli che servono a renderci fieri.
Ed errori migliori la prossima volta,
inciampando con grazia nel cambiamento
e smettendo di giocare a dadi col futuro.
Non è un avversario.
È una possibilità.
Dell'adesso amiamo il poi
che potrà essere grazie a noi.
Cerchiamo di essere piccoli
e infinitamente gentili
e avere cura
del cristallo fragile che siamo.
Impariamo la grazia del difetto
e dell'imperfezione,
la loro incredibile lezione.
Diventiamo quel che non potevamo
l'attimo prima del coraggio,
la volta in cui il granello
sembrò una montagna
e noi solo vertigine pura.
Facciamo salti nel buio
sapendo dov'è l'interruttore della luce,
capriole nel buon senso
e impariamo a difenderci
senza radere al suolo.
Spariamo carezze a mostri e nemici
la prossima volta che andremo in battaglia.
Cambieranno faccia e, forse, essenza.
Quando metteremo le mani avanti,
che siano ponti e non barriere.
Altrimenti non lamentiamoci del muro di fronte.
Saremo eroi da monopattino,
giganti di panna
con schiene di platino,
rivoluzioni senza fucile
e gambe di burro di fronte a una foglia.
Avremo cura di chi lo merita
e rispetto per chi non amiamo,
perché "loro" diventa "noi" in un attimo
a seconda dei casi.
Disubbidiamo
quando fa male
non farlo.
Concediamoci il lusso
di andare sempre a fondo
e non solo nel dolore.
E invece di salire sui piedistalli,
scendiamo in cantina, perché è lì che stanno i vini migliori per brindare alla vita.
Abbiamo sempre meno tempo
di quel che crediamo,
quindi conquistiamo gli attimi
e osserviamoli bene.
È una notte.
È solo una notte.
È domani che conta.
Buon Danno Nuovo.