E bravo Beppe Grillo.
In tempi di crescita popolare del figlio minore del nazismo -vedi
sotto- il Beppe ripropone concetti nazionalistici come antidoto.
Una cura che per provenienza storica dichiarata spetterebbe oggi
alla Meloni ed ai suoi alleati forzitalioti che però sono frenati dal
successo popolare sovrapartitico dell' ethos leghista, assai più
esteso di quanto non si sia riflesso in questi decenni nel voto
politico nazionale.
L' ethos di cui la lega è tra i primi palesi interpreti
(precedentemente era mascherato , la lega lo ha solo portato alla
luce) è ovviamente differente dal nazifascismo almeno sotto un
aspetto fondamentale che fonde la ristrettezza geografica e quella
intellettuale (se fossi un mistico userei "spirituale" al posto di
intellettuale) per cui è necessario coniare un neologismo che
sintetizzi linguisticamente la sua essenza. Propongo il termine in
oggetto: "locagoismo" , sintesi di "localismo ed egoismo" ispirato
evidentemente a quelle che ritengo le "feci" intellettuali che
genera nel suo esercizio politico, materiale e, tout court, nelle
prassi sociali.
Questa premessasi collega a quanto "il beppe" dice sul club di
Roma, la sua italianità, ed a quanto non dice o non sa su di questo.
In effetti se "il beppe" avesse almeno consultato wikipedia
saprebbe che i promotori del club erano l'imprenditore italiano
Aurelio Peccei, lo scienziato scozzese Alexander King, insieme a
leader politici e intellettuali di varie nazionalità . Il nome del
gruppo nasce dal fatto che la prima riunione si svolse a Roma, ma
avendo davanti ,mentre scrivo, i libri relativi alla prima ed alla
seconda tornata di studi (fatta a correzione della prima) vedo ben
poco di italiano. Infatti gli studi furono condotti e coordinati
essenzialmente dal "System Dynamics Group del Massachusetts
Institute of Technology" in collaborazione con altri centri e
scienziati internazionali.
Uscirono diversi libri che raccoglievano questi studi ( erano detti:
rapporti al club di roma) il quinto di qu