Da parte di Alfonso Navarra
Posizioni pro e contro gli F-35 negli
ambienti militari italiani
Poniamo a confronto due articoli da siti specialisti in affari
militari sul problema F-35, uno pro, tratto da Infodifesa, a
firma di Giovanni Caprara; l'altro che possiamo leggere su
Analisi Difesa, a firma di Gianandrea Gaiani.
Notiamo che quello pro ritiene che agganciarsi al carro
americano (e snobbare quello europeo) significa in sostanza
potere partecipare alla rivoluzione digitale del sistema della
difesa, quella che viene riassunta nella sigla NCW, Network
Centric Warfare.
Caprara, il favorevole al progetto di Infodifesa, definisce
chiaramente la scelta degli F-35 come politica: " La posizione
delle nazioni che schierano questo velivolo di sicura predominanza, in quanto ne
aumenta la credibilit nel panorama delle Aeronautiche Militari elevandone il livello
di competitivit, e con la versione imbarcata esalta la proiezione di forza, una
componente geopolitica fondamentale in uno scenario mondiale che si sta
evolvendo rapidamente, con gli Stati Uniti che premono per aumentare le spese
militari, l'Unione Europea che si divide sulla questione dei migranti,
l'implementazione dei sistemi d'arma della Russia e Cina, e la minaccia del
terrorismo islamico mai sopita. La politica estera italiana, inserita nel contesto della
NATO e dell'Unione Europea, potr trarre vantaggi considerevoli dallo schieramento
degli F-35, infatti avr un peso maggiore nelle missioni di pace ed aumenter la
credibilit e la deterrenza della Marina Militare che godr di un importante
miglioramento nella capacit di proiettare la sua forza".
Quello contro su Analisi Difesa paradossalmente pone in
primo piano istanze, tra virgolette, sovraniste. Scrive Gaiani
che (alla luce dei nein della Luftwaffe): "appare sempre pi
paradossale la scelta italiana di dotarsi degli F-35 (gli unici davvero necessari sono gli F-35B
per la Marina e destinati all'imbarco sulla portaerei Cavour che pu imbarcare solo aerei a
decollo corto e atterraggio ve