Premio Acqui I sopravvissuti di Cefalonia contro l'assessore
Adesso lo sdegno arriva dai sopravvissuti della Divisione Acqui e dai congiunti degli ufficiali e dei soldati
italiani che, nel settembre del 1943, caddero sotto il piombo tedesco a Cefalonia e a Corfù, dando avvio,
con il loro sacrificio, alla Resistenza. Nel corso di una lunga riunione che si tenuta ieri pomeriggio a Bologna,
la giunta dell' Associazione nazionale Divisione Acqui, di cui fanno parte reduci e parenti delle vittime dell'
eccidio nazista, ha valuto l' accaduto e si è detta nettamente contraria rispetto alle scelte di Carlo Sburlati,
assessore alla Cultura di Acqui Terme, mediante le quali nelle giurie della quarantunesima edizione del
premio Acqui Storia hanno trovato posto diversi giornalisti, intellettuali e accademici di destra, vicini ad
Alleanza nazionale o quantomeno non davvero «simpatizzanti» per la lotta di Liberazione. An, del resto, è il
partito di Sburlati, un ginecologo che non ha mai nascosto le sue simpatie nostalgiche per il fascismo e che
si è dedicato, tra l' altro, in un libretto pubblicato dalle edizioni Volpe, alle rivalutazione di Codreanu, il
leader romeno filofascista e filonazista che fondò il movimento delle Guardie di ferro. Il testo dell' ordine
del giorno dell' Associazione Divisione Acqui verrà reso noto oggi, dato che la riunione si è protratta fino a
tarda sera. La professoressa Graziella Bettini Lorenzetti, presidente, ci anticipa tuttavia che la presa di
posizione è fermamente contraria alle decisioni assunte dall' assessore del comune di Acqui Terme. Non
poteva essere altrimenti. Il premio, infatti, è stato creato negli anni Sessanta dallo scrittore Marcello
Venturi, che combatté con i partigiani contro i nazifascisti, e da alcuni reduci della divisione di fanteria
sterminata (circa 11 mila morti) nelle isole greche dopo l' 8 settembre 1943. Spostare così a destra il
baricentro dell' importante premio dedicato alla storia, d' altronde, non significa, come qualcuno ha detto,
dargli un