Presentata sul quotidiano ecologista Reporterre, la lettera è firmata da oltre 150 personalità
pubbliche francesi. Tra i firmatari i sindaci di Grenoble, Lione, numerosi amministratori locali
nonché sindacalisti del settore ferroviario, deputati europei e nazionali.
In un momento in cui bisogna fare di tutto per limitare il riscaldamento globale e rafforzare
l’indipendenza del nostro Paese, nel momento in cui scarseggiano le medicine e i prodotti
alimentari importati dall’altra parte del mondo, nel momento in cui il governo sostiene di non
avere i soldi per la sanità e per gli ospedali, nel momento in cui i treni quotidiani sono degradati e
le infrastrutture ferroviarie non sono mantenute o sono insufficienti, chiediamo di fermare il
progetto Lione-Torino, la cui unica logica è quella di trasportare sempre più merci più lontano e di
alimentare questo culto energivoro e distruttivo.
Nei venti anni in cui i sostenitori del progetto hanno dichiarato che il loro obiettivo è spostare le
merci dalla strada alla ferrovia, i loro risultati sono deplorevoli per la salute e l’ambiente:
Hanno diviso per cinque il numero dei treni merci tra Francia e Italia,
Hanno deciso di aprire al traffico stradale una galleria di sicurezza nel tunnel del
Fréjus, in barba alla promessa di non farlo,
Hanno dirottato 200 milioni di euro destinati alle ferrovie delle Alpi per finanziare
il tunnel stradale del Fréjus,
Non hanno tolto un camion dalla strada quando la linea ferroviaria esistente lo
permette e quando la strada è più costosa del 30% rispetto al servizio ferroviario,
Stanno prosciugando le sorgenti, prosciugando le falde acquifere e abbattendo
ettari di foresta nella Maurienne,
Stanno distruggendo terreni agricoli per costruire impianti di cemento e cave per i
loro progetti.
Finché non verrà rilanciato il traffico merci su rotaia tra Francia e Italia, non si dovrà abbattere un
solo albero, non si dovrà artificializzare un metro quadrato di terreno agricolo e non si dovrà
prosciugare un m