Gianfranco Lorenzo Baldi, esponente forzitaliota, è il presidente della Provincia di
Alessandria; è uno degli incarichi istituzionali che ricopre, essendo anche il sindaco del
Comune di Cassine: quella che interessa qui, però, è la prima delle due posizioni citate.
L'edizione telematica locale di giovedì trenta luglio del quotidiano La Stampa riporta, a
firma Piero Bottino, una lunga intervista a questo assai poco "signore" che riteniamo sia
emblematica della "scarsa trasparenza" di alcune manovre che coinvolgono l'Ente.
Il politicante in questione risponde alle accuse di sinergia tra l'amministrazione da lui
guidata e la ditta Riccoboni in merito alla realizzazione di una follia qual è indubbiamente il
progetto di una discarica sulla falda acquifera di Sezzadio.
Il problema è che lo fa esprimendosi in termini opposti tra loro in poche righe: inizia
affermando che «l’amministrazione pubblica ha un ruolo neutro e imparziale a tutela della
libera iniziativa del privato, ma nel rispetto dei vincoli normativi a difesa di ambiente,
acque, salute quindi a tutela di comunità e territorio».
Poco dopo, però, asserisce: «come presidente della Provincia il mio compito è solo quello
di controllare che tutti i parametri siano rispettati, pretendere che siano osservate le
prescrizioni. Dopo di che l’autorizzazione, discussa in una pubblica conferenza con tutti gli
enti interessati, non può essere negata».
Quindi, secondo quanto sostiene questo assai poco "signore", la salvaguardia della salute
delle persone e dell'ambiente passa in secondo piano rispetto agli interessi - che sono
oggettivamente criminali, perché comportano un altissimo rischio di inquinamento delle
acque utilizzabili a scopo potabile - di una azienda privata.
Se la situazione è questa, ci domandiamo quale sia il ruolo dei "rappresentanti del popolo"
all'interno della conferenza dei servizi: che tipo di utilità può mai avere la presenza delle
istituzioni, se comunque l'autorizzazione alla fine deve essere concessa.
Non può che essere evi