La conferenza dei servizi convocata ad Alessandria per dare parere favorevole al
progetto della tangenziale e al conseguente avvio del conferimento di spazzatura
nella ex cava di cascina Borio, esattamente sopra la falda di Sezzadio-Predosa che
alimenta gli acquedotti dell’Acquese, è stata sospesa. Tutto faceva presagire
l’approvazione definitiva dopo quasi due anni di stop dell’iter ma invece non è stato così. I
rappresentanti della società sono stati descritti come molto agitati quando il sindaco di
Sezzadio, Enzo Daniele, ha tirato fuori il documento della commissione paesaggistica
intercomunale che già nel 2017 aveva espresso parere negativo alla tangenziale, a
cominciare alla vicinanza con l’abbazia di Santa Giustina. Un parere che,
curiosamente, non era agli atti della conferenza e che gli altri enti chiamati ad
esprimersi non hanno potuto vedere e valutare. Non solo: è emerso che nessuno,
finora, ha tenuto contro della presenza di un oleodotto lungo il tracciato della futura
strada. La Sarpom, titolare della condotta che dalla Liguria arriva a Novara hanno
affermato di non essere ma stati interpellati dalla Riccoboni. Quindi i tempi si
allungheranno anche sotto questo aspetto. un’altra spada di Damocle che pende
direttamente sull’autorizzazione alla discarica, in corso di allestimento da un anno, è
la procedura di revoca avviata dalla Provincia su istanza dei Comuni di Sezzadio e
Acqui Terme.
L’amministrazione comunale ha infatti scoperto che nel dare l’ok alla Riccoboni, nel 2016,
nessuno aveva tenuto conto della presenza di un bosco che è stato distrutto, situato
per altro proprio all’ingresso della ex cava. Il Comune la scorsa estate ha già fatto
ordinanza di ripristino dei luoghi e chiesto alla Provincia di revocare l’autorizzazione
poiché il vincolo paesaggistico riferito al bosco è stato ignorato. L’amministrazione
provinciale ha avviato l’iter il 23 luglio con un atto che è stato impugnato dalla Riccoboni.
La procedura dovrà concludersi in 90 giorni, quindi a fine ottobre, ma